lunedì, maggio 07, 2007

Sempre sulle storie dei miei libri.

Titolo sconosciuto (ho già parlato dell'autore, ma chissà quando, anni fa) - manca traduzione

A dieci anni, ero una bambina umbratile e parca. Bambina di parole, bambina di sentimenti intensi, tutti dentro, stipati, poche sbavature all'esterno - non come adesso, che sono eviscerata. Non so se fossero già evidenti i segni del mal de livre, ma fra i vari adulti che i miei genitori frequentavano, più di uno mi regalò cose scritte: chi volle regalarmi un libro perché era convinto che fosse apposta per me, chi decise che avevo già dei gusti letterari quando io ancora non l'avevo capito, chi mi scrisse una poesia con la sua calligrafia sottile.
H. era un ingegnere egiziano, viveva in Svizzera, ed era stato ricoverato nel reparto di mia madre. Ricordo sabati o domeniche a rincorrere i riflessi cobalto sul lago di Lugano, curiosando per la casa-ufficio: fax, carte, tecnigrafo, carte, e Corano. H. non era un ingegnere qualsiasi, aveva partecipato alla rivoluzione che aveva fatto presidente Nasser. Aveva anche scritto un libro per raccontarla: volle regalarmene una copia, nonostante fosse in arabo.
Mi avrebbe fatto felice già avere un libro esotico come non ne avevo mai avuti, ma c'era di più: non potendo regalarmi una traduzione completa, aveva scritto, stampato e applicato sotto ogni immagine una didascalia perché io potessi leggere la sua storia.
La dedica comincia così:
Carina Sara,
ti regalo questo mio libro anche se in arabo, ma sotto ogni illustrazioni c'è l'espegazione in italiano. è una storia a una revoluzione d'un popolo contro il colonalismo nel 1952 [...]

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posted by frammento at 06:42  0 commenti