lunedì, novembre 17, 2003

- Andate a vedere il monologo di Sarah Kane?
- Sì
- Tu e lei??
- Sì-ì
- Proprio voi due?
- Sì-ììì
- Ma sarà il caso?

Devo dedurre che ci vede particolarmente inclini a farci suggestionare. Oppure che ci vede particolarmente inclini al suicidio?
Non nascondo che la cosa mi preoccupa. Tutto sommato ho l'aria piuttosto felice per una che non lo è affatto*.
[E poi ci manca solo che diventi una suicide girl. Eh? Ah no no è un'altra cosa, d'accordo]

Lei sale in macchina e io, sincronizzando le pupille con il ritmo dell'inquietante orsacchiotto pendu che oscilla sotto lo specchietto retrovisore, la butto su una questione d'orgoglio: lo sai che se ti viene l'istinto di ammazzarmi perchè ti ci ho trascinata dimostri di non avere recepito il messaggio dello spettacolo, vero??

Non fornivano lamette-omaggio all'entrata, come qualcuno suggeriva (forse l'eliminazione di potenziali clienti non sarebbe propriamente del marketing ben riuscito) - ma non manca l'onnipresente questionario comehaisaputo/quantohaigradito. Ci accomodiamo nell'angolino defilato e io che sono fresca della visione di Bowling a Columbine penso alle manifestazioni contro le esibizioni di Marylin Manson, addidate come istigazioni al Male "non è che tutti guardando una pubblicità escono e comprano il prodotto; ma una certa percentuale sì": oltre al ricorrente umor nero mi fregio anche d'avere un fortunatamente meno ricorrente humour nero, cosa che mi fa scandagliare le facce tra il pubblico per trovare la certa percentuale che in questo caso potrebbe.
Nessun macabro pensiero che non sia anche un esorcismo; ma il sollazzo statistico scema con le luci che si abbassano e la voce che porta un assillante: Di amici ne hai. Hai tanti amici. Cosa offri loro per renderli così premurosi?

Una volta mi hanno gridato, punteggiando di saliva l'aria, il collo teso - proteso - per la veemenza: "Che razza di morale è la tua? Per quale-cazzo-di-morale non chiedi mai aiuto? Chiedi aiuto!"
[Non sono capace di chiedere.
Rispondo. Non sono le parole, che dicono, sono io. Non si vede?]
Com'era possibile non averlo sempre saputo? Ho pianto ho pianto ho pianto davanti a una pluralità perplessa, senza neanche coprirmi la faccia, ho pianto l'attesa, la dichiarazione allucinata, l'abbagliamento.

Di amici ne hai. Hai tanti amici. Cosa offri loro per renderli così premurosi?
Di amici ne ho. No, tanti no.
Ne ho.
E cosa gli offro per renderli così premurosi? Temo di non offrirgli, spesso, nemmeno la possibilità di essere premurosi.
A qualcuno, sì. E a qualcuno lo permetterei.


Mi è capitato di nuovo sognare di leggere uno scritto, di nuovo un capolavoro di cui fossi non solo la destinataria, ma anche l'unica lettrice possibile. L'estetica onirica mi suggeriva fosse quanto di più splendido mi sarebbe stato concesso di avvicinare.
Non me lo suggeriva una consapevolezza sensibile e imprecisa; leggevo le parole ben distinte di una disperazione fedele e accondiscesa - e forse per questo finita. Era una disperazione che mitigava l'affanno del futuro.


* S.K.

posted by frammento at 09:02  0 commenti