giovedì, gennaio 09, 2003
Trattandosi di un soggetto che molto probabilmente pasteggia a psicofarmaci, non mi pare un'assurdità rievocare i (pochi) studi in campo psicanalitico.
Quel poco che mi ricordo del poco che ho studiato, porta a una pila di fotocopie rilegate che ora saranno la gioia dei miei acari domestici, lì in fondo alla terza fila dell'ultimo scaffale, ad almeno un metro e mezzo di distanza dalla mia massima estensione verticale.
In questa pila di fotocopie, piuttosto interessante, si argomentava fra le altre cose del "desiderio" del formatore. Perchè, che si sia buoni insegnanti o meno, il desiderio c'è: com'è alla base del processo cognitivo, lo è di quello formativo.
Ora. Ammetto di aver sempre avuto il mito della conoscenza. Anzi, la tendenza malsana è sempre stata di essere vittima di transfert, innegabile, verso chi mi insegnava qualcosa: infatti posso vantare una serie illimitata di infatuazioni che hanno finito per precludermi qualsiasi tipo d'apprendimento nelle più svariate attività. Comunque, vanti a parte, in genere parto priva di pregiudizi e ho una ingenua fiducia nella gran passione per la materia insegnata e per l'insegnamento in sè che dovrebbe animare un formatore. E' ovvio che si lavora per vivere, e non è disdicevole sviluppare un'apatia difensiva nei confronti del lavoro. Eppure, ci casco sempre: penso che se si sceglie di insegnare come minimo si debba amare la propria materia.
So che trattandosi di corso parauniversitario non si può parlare di formazione in senso stretto (però la scena è quella di una semplice classe e non si parla col microfono e si possono addirittura imparare tutti nomi, volendo); non importa, tanto quelle che vado a elencare sono di per sé delle idealtipizzazioni di formatore che il mio libro rammentava essere raramente diffuse in forma pura. Prima si vagliano le ipotesi, poi si delibera.
8 fantasie del formatore
Formatore - formatore. Desidera dare una "forma" allo studente che ne ha ancora una inadeguata
La forma da dare a noi 'formandi' è ESATTAMENTE quella della busta paga. Nessun indizio che porti a qualcosa di diverso dallo 0 (ZERO) che rappresenta non metaforicamente la quota di passione investita nell'insegnamento. Magari beneficia di un Condono.
Formatore - terapeuta. Un guaritore, alla crisi d'identità del mondo moderno (c'è grossa crisi) risponde con una azione formativa volta al sociale
Sì, sì, va bene. Ma non capisco perchè in questo caso siamo noi studenti a volgere al sociale. E poi se me l'avessero detto l'avrei fatto gratuitamente: cioè, devo pure pagare?
Formatore - maieuta. Mito bontà originaria che è possibile far sviluppare nello studente solo attraverso atteggiamento non direttivo, per far diventare ciò che si è
C'è del potenziale in voi, dovete solo sviscerarlo: per esempio, studiando da soli. Al limite posso leggervi gli appunti del mi' babbo.
Formatore - interpretante. Colui che può rinchiudere gli altri in una formula.
E la formula è: cazzi Vostri, Io porto avanti un rapporto esclusivo con il gazpacho di peyote.
Formatore - militante. Il portatore dell'idea giusta
"In Giappone ci sono 4 stagioni". Maddai! Oltretutto è assolutamente falso, si sa che le mezze non ci sono più. Ma non era obbligatorio l'aggiornamento professionale?
Formatore - riparatore. La società è responsabile del male e il formatore "si fa carico", si sacrifica. La sua assoluta bontà lo separa nettamente dall'altro, forse non ha abbastanza chiaro che questo implica disprezzo per l'altro
Una visione della vita molto PROZAiC
®a.
Formatore - trasgressore. Contesta ogni repressione, ogni ordine, tende a sregolare la vita del formando
vero: si evince dalle abitudini maquillageoises e dagli accostamenti cromatici decisamente perversi.
Formatore - distruttore. Cerca di rendere l'altro folle per confermare la propria salute mentale
Forse si tratta di "mal comune mezzo gaudio". Per non dire che "il fine giustifica i mezzi". Comunque, machiavellico.
Il soggetto in esame ha la capacità di spaziare.
A questo punto non riesco a trarre delle conclusioni sensate, piuttosto passo ad un accorato quando disperato appello personale:
SDC, perchè hai abbandonato la cattedra della nostra aula per sederti SOPRA una di quelle universitarie? Perchè ci lasci in balìa di questi surrogati dagli otto infernali tentacoli formatori calzanti obbrobriosi scarponcini?
Pensare che l'ultima lezione tua che ho seguito (ero pure arrivata in orario), i tuoi discorsi avevano colpito così a fondo che ho sognato volpi dal manto bianco, argentato (quelle che portano bene, mica quelle rosse che incarnano spiriti malvagi) in brumoso bosco nipponico antelucano...
sigh.
p.s: Non vorrei essere offensiva. In realtà a volte mi fa pena, mi sembra che almeno si impegni. Ma pensare che si impegni è meno offensivo?
posted by frammento at
06:42
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