lunedì, dicembre 01, 2014

Sono accucciata per terra, con le ginocchia tra le braccia per non sentire freddo in terrazzo. Prima di accucciarmi ho intravisto il dirimpettaio in giardino. L'ho visto perché è autunno e gli alberi del parco sono spogli: fra il mio e il suo giardino ci sarebbero infatti rami e fronde, e una roggia. Che poi, non l'ho neanche visto chiaramente: ormai si è fatto buio.
Da qui posso vedere solo un rettangolo di mondo esterno, ciò che si intravede tra una colonna portante e il muretto del terrazzo, ma lo sento cantare una canzone di un tempo che non ho conosciuto (porta anche il nome di un personaggio di Dumas) e sentirlo cantare là fuori, mentre io sono qui e vedo solo l'immediato, illuminato dalla luce del terrazzo, mi fa sentire dentro quel quadro di Magritte - chissà perché Magritte mi viene in mente così spesso - quello con la casa immersa in un cielo notturno e al di sopra degli alberi il cielo del pieno giorno.
Ho ricominciato a fumare, mi sa (ma il ritorno al vizio sarà ufficializzato solo quando, invece di scroccare quelle altrui, comprerò il primo pacchetto di Gauloises per me medesima).



posted by frammento at 13:41  1 commenti