martedì, febbraio 02, 2010
Trovo che sia un'esperienza interessante leggere libri che ti vengono prestati da amici e che accompagnano il gesto dicendo che nella protagonista trovano piccole somiglianze con te. È la seconda volta che mi capita, per libri completamente differenti e protagoniste decisamente poco affini. Questa volta mi scappa un sorriso leggendo qualche riga in cui in effetti mi riconosco, dopotutto immedesimarsi è un fatto, sapere che altri riconoscono dei tuoi tratti, non esclusivamente macroscopici, è un altro.
La volta precedente l'avevo presa molto più sul serio, mio malgrado, perché desideravo
essere come la coltissima, fascinosa protagonista del libro. Chissà se saprei ancora cedere a una lusinga del genere? Ne dubito, dato che di recente in alcuni momenti sono arrivata a rimpiangere ciò che sono stata (in parte) in passato - il che, avendo chiara memoria di quanto mi sia saputa disprezzare, oltre a essere indicativo, è piuttosto folle. Forse per il presente mi accontenterei di
essere vista come la protagonista di cui sopra; in fin dei conti assomigliarle anche solo in superficie, varrebbe un'opportunità. Credo che sia proprio il fatto che per troppe persone la mia instabilità emotiva sia diventata manifesta a farmi dare di matto e a rendermi così insicura. Un tempo mi venivano rimproverate un'eccessiva freddezza, indifferenza, imperturbabilità, rimproveri che erano maledettamente ingiusti e che vorrei che mi venissero rimproverati tuttora, sempre ingiustamente.
posted by frammento at
07:56
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