sabato, ottobre 10, 2009

Scozia/2
Ma torniamo alla Scozia. Dato che ho l'abitudine di fare scelte impopolari, partirò da ciò che non ho visto. Non mi curo di metterci particolare coerenza quindi siete autorizzati, anzi vi incoraggio, a desistere. Semplicemente, oggi avevo voglia di scrivere.

1. Il Corrywreckan whirlpool. E' un enorme gorgo che si genera nel golfo omonimo quando l'onda di marea si infila fra le due isole di Jura e Scarba. Avevo letto che è uno dei tre maelström più grandi al mondo e che il boato al formarsi del gorgo si avverte a 16 km di distanza. È nota la mia fascinazione per queste manifestazioni naturali. Ma trovai anche tanti anni fa la parola maelström in una frase tra le altre di un libro che disse molto della mia adolescenza. "la mia anima è un maelström nero (una vasta vertigine intorno al vuoto [...])", diceva. L'ho sempre avuto a mente e avrei voluto affacciarmici (l'abisso - e quanto più di simile - mi ha sempre attratta più di quanto fosse auspicabile).

2. Le Carsaig Arches sull'isola di Mull. Io ero convinta e bella carica all'idea di raggiungerle ma, d'accordo, aveva ragione s., fare un'escursione di cui non si conosce l'esatta durata, con tratti a picco sul mare, senza protezioni, da soli e probabilmente sotto la pioggia, non è una buona idea. Aveva ragione ma ovviamente l'ho ammesso solo dopo - al momento ero piuttosto contrariata. Con l'auto, abbiamo preso la strada per arrivare al punto di inizio del percorso per dare un'occhiata e già di per sè è stata un'esperienza. Per intenderci: a Mull c'è un'unica strada che si possa definire tale ed è a una sola corsia con delle piazzole per favorire l'alternanza nei due sensi (abbiamo scoperto che in altre stagioni ci si disputa un rally). Ecco, Carsaig non è su quella strada: si prende una laterale ancora più stretta e diversamente asfaltata che attraversa chilometri (miglia, pardon) di silenzio dove, tra una barriera per il bestiame e l'altra, si sono dimenticati di ricavare le piazzole di cui sopra. Abbiamo attraversato una selva di alberi fitti e svettanti lungo una discesa con una pendenza che non ho cercato di quantificare solo perché l'idea che arrivasse un'altra auto e dovessimo ripercorrela in retromarcia in salita distraeva i miei neuroni. Ma naturalmente non è arrivato nessuno. Siamo giunti a una piccola baia con un molo crollato e due casupole, con un'altra baia poco più in là dove probabilmente partiva il percorso. Qui ho iniziato la mia collezione (mentale) di cabine della British Telecom - quelle tradizionali verniciate di rosso brillante - trovate nei luoghi più remoti: la cabina di Carsaig era in mezzo al bosco, di fianco a una cascata. Al ritorno ancora nessuna auto o umano, ma abbiamo intravisto la fugace figura di un cervo, subito riconquistata dall'oscurità del bosco. Che lo volessimo oppure no, il giorno successivo ha piovuto così forte e con tale costanza che non avremmo comunque potuto tentare l'escursione.

3.La Fingal's Cave, una grotta nell'isola di Staffa (disabitata), formata da colonne esagonali di basalto, che devono essere simili a quelle della celebre Giant's Causeway, in Irlanda del Nord (mi manca anch'essa).

4. La penisola di Knoydart. Definita uno dei grandi "vuoti" scozzesi, perché effettivamente è vuota (non a caso la definiscono "Britain's last wilderness"). Ci si arriva solo in traghetto da Mallaig, perché non ci sono strade né di conseguenza paesi (o viceversa) a parte Inverie. Ci si può fermare a dormire nelle bunkhouse, che sono delle specie di rifugi/bivacchi, ma c'è anche qualche b&b. Io naturalmente aspiravo a sedermi ai tavoli dell'Old Forge Inn, che detiene il record di essere il pub più remoto della Gran Bretagna.

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posted by frammento at 06:57  0 commenti