venerdì, ottobre 09, 2009

Ho sognato che un'amica (indefinita, per fortuna), mi dava da badare per una notte al figlio, che avrà avuto sei mesi. Era tranquillo, lo mettevo a letto, poi all'alba mi alzavo, prendevo in braccio il bambino nella luce azzurrina per fargli il solletico e produrre qualche moina affettuosa, e invece lo trovavo inerte, privo di vita, kaputt. L'orrore, anche solo scriverlo. Perché imporsi simili trame oniriche?

Forse volevo dire a me stessa, con impagabile iperbolico senso del tragico, che distruggo qualsiasi cosa mi passi tra le mani; o a leggere i pseudopsicologi del web, che il bambino rappresenti i miei progetti, quelli che rimangono da parte e a cui non riesco a dare cura e tempo (le due interpretazioni nel mio caso sono piuttosto verosimili). In ogni caso, ho provato dei sentimenti così angosciosi da svegliarmi (credo che il mio cervello faccia sì che in questi frangenti mi svegli appositamente per permettermi di ricordare le sue vessazioni, piuttosto che per elaborarle) e ho cercato di non riaddormentarmi per non riprendere il sogno da dove l'avevo lasciato - cosa che succede, naturalmente, solo con gli incubi. Altrimenti mi sarebbe toccato pure dirlo alla madre.

posted by frammento at 02:13  0 commenti