giovedì, febbraio 19, 2009

L'ultima volta che ho cercato di progettare un viaggio estivo con largo anticipo basandomi su una episodica e volatile sicurezza economica, come è noto, sono rimasta senza lavoro.
Al last-minute in agosto però non ho mai creduto e gli anni passati le cose semplicemente si sono trascinate così a lungo, in attesa di un cambiamento che non arrivava mai, che non sono riuscita a fare dei piani di viaggio che poi mi portassero davvero a fare la fila al check-in o a rotolare giù dai ripidi scalini di un treno internazionale.
In questi giorni in cui rileggo guide (piene di cautele) vecchie ormai di otto anni e traccio - a matita - itinerari su una cartina politica variegata, non so se aderire all'idea del viaggiare per la sola ragione del viaggio (perché di ragioni ne ho valigie intere), però trovo la conferma che il viaggio è una delle mie priorità nel sistema dei bisogni.
E quindi ci ritento, magari sarò più fortunata. Che si fottano la scaramanzia e il fatalismo. E che si fotta anche il monsone.

posted by frammento at 09:11  0 commenti