mercoledì, gennaio 07, 2009

Metaphysical hangover: “When that ineffable compound of depression, sadness (these two are not the same), anxiety, self-hatred, sense of failure and fear for the future begins to steal over you, start telling yourself that what you have is a hangover. . . You have not suffered a minor brain lesion, you are not all that bad at your job, your family and friends are not leagued in a conspiracy of barely maintained silence about what a shit you are, you have not come at last to see life as it really is.”

Come dire: anno nuovo -punto. Questo metaphysical hangover [la definizione è di Kingsley Amis - il padre di Martin, sì, uno che ne sapeva - trovata sul New Yorker passando da Dwight Garner], non è naturalmente un punto di partenza, né un proposito per il tempo a venire (sia mai), ma l'ormai comprovato "stato dell'arte".

Ho scoperto che ci sono degli insospettati ottimisti che mandano sms "educativi" fra la fine e l'inizio. Il mio cellulare invece ha esaurito il credito poco dopo la mezzanotte (o la metà della bottiglia di Champagne) e sulla strada del ritorno sono stata abbagliata dai flash a Cannes - in autostrada, però, non sulla Promenade. Ho già capito come andrà quest'anno.

L'intermezzo francese è stato corroborante. Nonostante lo sfiorato distaccamento delle falangi (magari la prossima volta mi ricordo di portare guanti non tagliati sulle dita), preferisco aver visto questi posti ora disertati, in alcuni casi chiusi per ferie, gelidi, piuttosto che durante l'assalto estivo. Peccato solo per i colori.

posted by frammento at 01:05  0 commenti