lunedì, dicembre 08, 2008

Nella catena alimentare sono appena un gradino sopra una foglia d'erba, dentro e fuori metafora. È l'insegnamento che ho riportato dall'episodico fuori-sede lavorativo di questo inizio dicembre.
A Roma sembrava primavera. L'escursione termica avvertita appena poggiato il piede sulla banchina in stazione Centrale mi ha fatto sentire immensamente grata all'oca ungherese che ha donato i suoi piumaggi per tenere al caldo le mie insonnie.
La città è splendida - so che la cosa non vi è nuova -, più di quanto ricordassi, eppure non ho pensato, giuro, neanche un momento, di trasferirmici. Abbiamo camminato senza risparmiarci: preferivo riconciliarmi con la geografia della città, lo ammetto, piuttosto che esaurire il poco tempo in un museo. Ci siamo dati appuntamento sotto Giordano Bruno (di spalle, altrimenti porta rogne) con chi non vedevo da anni, abbiamo cenato al ghetto, abbiamo appurato che il business delle bancarelle di libri usati è in mano al sucontinente indiano e annotato l'esistenza di una festa della SS. M a d o n n a de noantri a Trastevere. Di questi tempi, siamo sempre più preparati alle partenze che ai ritorni.

posted by frammento at 12:25  2 commenti