mercoledì, settembre 10, 2008

L'idea dell'apocalisse laica, progettata e messa a punto dai fisici, figurerebbe bene in un libro di Michel Houellebecq (basta aggiungere un po' di torbido). Secondo me non conviene sperarci. Piuttosto mi preoccuperei del fatto che, mentre i protoni se ne vanno a spasso nell'anello di LHC, il buco nero per niente microscopico del capitalismo "modello americano" (e di conseguenza del capitalismo tout-court) non abbia nessuna intenzione di evaporare. Sotto sotto un poco ne gioisco, inutile negarlo, ma è puro masochismo. So benissimo che ci saranno conseguenze anche per me.

Noi intanto continuiamo a sorvegliare la crisi del mercato immobiliare come degli sciacalli. S. dice che facciamo come il cinese che aspetta lungo il fiume di veder passare il cadavere del suo nemico (immagino sia colpa del taoismo se nell'aneddotica cinese c'è sempre tanta gente che aspetta).
Avessimo solo deciso che cosa fare.

Sono d'accordo e spesso rincalzo tutte le maldicenze sulla Milano di oggi, anche se a volte mi capita di difendere la città per un automatismo, come si fa con qualcuno di famiglia o con un difetto fisico di cui non si va fieri ma che non si permette di canzonare. Eppure se lo merita. Dovremmo andarcene, ma le scelte fatte, le scelte, maledette.
Così non sappiamo ancora dove andremo, cosa faremo.
Forse non faremo niente.
Giocheremo a Guitar Hero. Preparerò qualche intruglio d'epoca scovato sul Talismano della felicità (impolverata reliquia estratta dall'armadio a muro delLa Casa). Continuerò a sentirmi come in quel romanzo, inguaribile.

posted by frammento at 14:46  6 commenti