martedì, febbraio 12, 2008

È l'una e non sono ancora riuscita a farmi una doccia e vestirmi e aprire la finestra (questo non mi impedisce di sentire che è atterrato il solito piccione sulla grondaia. Lo odio. So cosa sta facendo al mio balcone).
Fra le cose che mi capitano da quando il mio ufficio coincide con LaCasa c'è quella di rimanere in pigiama fino all'una perché appena alzata ho dovuto ingollare il caffé e sbrodolarmi col latte dei cereali e poi correre al computer a mettere i crocini di stampa su un pdf e verificare, verificare, verificare. Che non sarebbe poi un problema, stare in pigiama fino all'una, ma io sono come quel tale che diceva che il cliente se ne accorge se sei in mutande mentre gli stai scrivendo una mail o lo stai chiamando. E i miei clienti, bè, preferirei davvero non mi immaginassero in mutande.
Fra le altre cose che mi capitano da quando il mio ufficio etc., c'è anche quella che il coinquilino porti con sè le chiavi altrui, cioè le mie, e io mi accorga solo cinque minuti prima di un appuntamento con un'autrice che sono prigioniera delLa Casa.
Però, sfruttando la gentilezza di qualcuno, sono riuscita ad andare all'appuntamento comunque. Così, alla fine, dopo aver lavorato con l'autrice su qualche capitolo dandoci del lei siamo passate al tu, abbiamo scoperto di aver letto lo stesso giornalista-scrittore, e di aver fatto entrambe qualcosa, un viaggio, una tappa, per seguire i suoi passi - io, quella volta che li ho seguiti, sono finita all'Hotel Leipzig a Plovdiv, Bulgaria. Pensa te.

posted by frammento at 04:13  4 commenti