mercoledì, luglio 25, 2007

Sono in macchina, sulla provinciale. Cerco il cellulare, che ho lasciato scivolare sull'altro sedile, per guardare l'ora. So che è avanti di circa dieci minuti. Cerco l'orologio sul cruscotto per avere un secondo parere, mi viene in mente che è indietro di un'ora. Penso, c'è qualcosa che non va in una persona che fa i suoi conti col tempo in questo modo, che si prende queste libertà con le convenzioni internazionali.

Probabilmente Peter non aveva tempo di mettersi a regolarlo, o era complicato, come tutti gli orologi da cruscotto. Per me non era un problema. Non ci si può fare problemi per queste cose, proprio no, perché detestare ciò che rende umana una persona è detestare tutte le persone, o quantomeno quelle che non sanno regolare gli orologi. Bisogna amare una persona per intero, se si è davvero innamorati. Se ci si imbarca nel viaggio di una vita con qualcuno non ci si può fare problemi perché l'altro è convinto di partire un'ora prima di voi; purché nel mondo vero, nella realtà, si parta entrambi precisamente alla stessa ora. ("Avverbi", di Daniel Handler - ALET è il mio ultimo feticcio editoriale)

posted by frammento at 00:30  6 commenti