lunedì, maggio 07, 2007

Il romanzo più sincero e consapevole che abbia letto ultimamente a proposito di razzismo porta il titolo di Cancellazione ed è opera di Percival Everett, autore che ha esordito in Italia grazie ai miei eroi della Instar Libri. Raffinato senza essere sterile, scritto con uno stile lussuosamente semplice, colto, coltissimo, riesce ad alternare ironie graffianti e delicate per trattare il tema dello stereotipo alla base di qualsiasi razzismo.
Mi ha fatto ripensare a quanto avevo letto de I Robinson: che fu nel suo piccolo rivoluzionaria, perché per la prima volta i neri non facevano i negri in una sit-com, ma erano una famiglia benestante, i genitori erano dei professionisti e i figli andavano al college.
E' un libro che mi ha fatto piacere leggere di questi tempi e che vorrei regalare a svariate persone che ultimamente mi hanno troppo spesso incastrata in discussioni a cui non desidero partecipare - sono stufa di trovarmi sempre sola o in minoranza contro la verbosità altrui -, alle quali però non mi sottrarrò mai perché significherebbe un sottinteso allinearsi. Che si tratti di razzismo verso neri americani, cinesi, arabi, per quanto mi riguarda non cambia granché: il meccanismo è sempre il medesimo.

Dal libro:
"Il centro del tronco si chiama durame. Non contribuisce a nutrire l'albero, ma serve a tenerlo in piedi. E' nell'alburno che passano i nutrienti, nella zona superficiale, vulnerabile ai funghi e agli insetti. L'aspetto è simile. Però noi cerchiamo il durame. Cerchiamo sempre il durame."

posted by frammento at 08:22  0 commenti