mercoledì, aprile 04, 2007

Mesi fa facevo ancora la spesa su Amazon UK, oggi ho tre wishlist, ma niente nel carrello. Cerco di risparmiare.
Ho letto una favola agrodolce sull'Internet-age, ho letto di viaggi nello scriptorium, ma il mio mal de livre non trova requie. Continuo a leggere brani, capitoli e pensare non è lui, non è lui. Sono un'innamorata in attesa spasmodica, allucinata. Sto aspettando che i traduttori di Einaudi finiscano di lavorare su The Road, l'ultimo romanzo di Cormac McCarthy, ma se non si spicciano mi toccherà rinunciare ai miei buoni propositi e comprare su Amazon (a dire il vero l'unico fattore che mi frena è che nell'edizione inglese la cover di Chip Kidd è stata rimpiazzata da un'altra di scarsa finezza metaforica). Dicono che sia il romanzo più nero e desolante di McCarthy; dicono che sia il miglior libro degli ultimi anni, che sia il libro più disturbante e tormentoso degli ultimi anni; dicono che McCarthy sia il primo dei letterati americani. Insomma, questo libro invita a far parlare di sè con il comparativo assoluto.
Perché non vi ho mai parlato di McCarthy? In parte perché non si vorrebbe mai essere banali a parlare dei propri amori, in parte perché aspettavo di leggere una recensione da chi l'avrebbe scritta sicuramente meglio di me.
Ora, di questo libro ancora da leggere la recensione più vicina alle mie aspettative l'ho trovata su The Morning News, nelle motivazioni ai voti per la sfida The Road VS Absurdistan (vinta da The Road): "Sending Absurdistan up against The Road for a duel just seems unfair. Shteyngart is armed with a pillow and McCarthy a gun."

posted by frammento at 00:22  1 commenti