lunedì, maggio 29, 2006

Stamattina ho messo la mano davanti alla bocca per mascherare uno sbadiglio e mi è tornata in faccia una ventata di Est!Est!!Est!!!
Non che mi lamenti, non ho neanche fatto in tempo a dire che a Zurigo fanno una treccia di pane strepitosa che la mia quasisorella me l'ha messa sul tavolo, insieme a vassoiate di companatico ipercalorico.
Non mi lamento, dicevo. Solo che questa mattina, appunto, facevo la strada con una elegante donna dell'Ecuador che ho conosciuto nel quartiere e speravo che il mio fiato a gradazione alcolica 12% non mi facesse sfigurare: mi stava promettendo che se avessi deciso di andare in Ecuador (le Galapagos!), mi avrebbe fatto da guida, anche se lei al momento non ci torna, perché non ha il permesso di soggiorno e non riuscirebbe poi a rientrare in Italia. Mi ha detto che aspetterà forse ancora un paio di anni, non di più, perché poi suo figlio sarà abbastanza grande da innamorarsi e voler rimanere qui, a un oceano e un continente di distanza.

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mercoledì, maggio 24, 2006

L'altra sera, in attesa dell'ultimo metrò della linea gialla e poi della linea verde, i manifesti sulle pareti che già dicevano Città svizzere si sono aggiudicati il claim: "Vedrai come ti diverti".
Ieri mattina invece avevo in borsa un libro terminato nell'andata e ritorno del lunedì e non potendo più leggerlo, lo pensavo.
Pensavo che i libri di Dürrenmatt sono come un invito a cena da un ospite troppo elegante per una località remota, all'ombra di montagne imponenti. Un ospite che sa che "non si può pensare bene, né amare bene, né dormire bene se non si è pranzato bene", e ti stordisce con una tavola raffinata e svariati vini dall'etichetta polverosa e poi tende le sue trappole a stomaco pieno, letali. E di solito non c'è neanche il maggiordomo.


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lunedì, maggio 22, 2006

Sabato sono andata dal parrucchiere e al lavatesta ho detto che secondo me il Codice Da Vinci è una cagata pazzesca, allora mi ha messo sotto le grinfie, è proprio il caso di dirlo, della sua collega, che mi ha detto che aveva prenotato i biglietti due settimane prima al multisala e aveva letto il libro anche nell'edizione illustrata. Io le ho detto che non pensavo proprio di andarlo a vedere, tanto meno mettendomi in fila, al massimo lo considererò quest'estate per il cinema all'aperto, o per il cinema gratis, passassi dalla zia che sta alla cassa (purtroppo non a milano). Allora mi hanno scaricato al padrone ovvero il tenente Colombo, che quando ha adagiato la pancia sulla mia spalla per tagliarmi le punte dei capelli mi ha anestetizzato con deodorante e cigarillo e mi sono chiesta se dovessi rallegrarmi o meno che non portasse anche l'impermeabile.

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domenica, maggio 21, 2006

Ieri sono passata con degli amici alla festa ai giardini di Palestro a sostegno di Ferrante. Il discorso più appassionato e più politico è stato pronunciato da Moni Ovadia, ma forse non c'è niente di sorprendente. Ieri l'atmosfera mi ha rincuorato (a dire il vero mi sembrava di essere a un concerto di Guccini), ma non c'è niente da fare: se la Milano da bere mi dà sui nervi, la Milano da votare mi fa paura.

Vi prego, non di nuovo.

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Leggendo Philip Roth, La lezione di anatomia, sono arrivata a una citazione di Marx, "l'unico antidoto alla sofferenza mentale è il dolore fisico", che mi ha incoraggiato a portarmi verso la parete per cominciare a prenderla a testate (poi, siccome la mia stanza è piccola e straripante e non ci sono pareti libere ho scelto di prendere a testate alternate l'appendiabiti e lo spigolo della libreria); così che il dolore mi convincesse che sarebbe più semplice e sarebbe la scelta migliore "prendere le cose come vengono, senza cercare di trasformale. Arrendersi davanti a qwertyuiop, asdfghjkl e zxcvbnm, e lasciare che queste tre parole dicano tutto".*


* (sempre da Roth)

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giovedì, maggio 11, 2006

Ovvio che a differenza del mio celebre Confuso collega, non mi si fila nessuno. Ma qui, per citare la restante metà di un nostro autore, tra un po' ci linkeranno cani e porci - ne saremmo lusingati - e ancora non vi ho detto dove e a cosa lavoro da un paio di mesi. Non che vi debba interessare, ma se avete un blog, potreste a scelta volerci incoraggiare o insultare.

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venerdì, maggio 05, 2006

chissà, non so mai se leggo bene, ma l'incertezza mi fa sorridere la giornata. l'incertezza è una delicatezza inattesa, dato che a volte grido a chiare lettere (firmate e non) fonemi astrusi ai più.

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giovedì, maggio 04, 2006

Ieri abbiamo visto Chiedi alla polvere, che aspettavamo da tempo. Nonostante non ami Alexander Farrell (tantomeno Salma Hayek, dato che a quanto ne so Edward Norton è di sua proprietà), devo dire che i panni di Arturo Bandini li portava con una certa disinvoltura. Almeno fino al termine del primo tempo. Poi non so se tutto è volto in peggio per via dell'orrendo gradiente all'interno della scritta "intervallo" su sfondo azzurro cielo di tangenziale - come intorno alle capigliature dei candidati di AN ma scontornato meglio - però all'alternanza di tono lirico e ironico, di disperazione e aspirazione divertita alla scrittura e alla felicità, si è sostituito un ritornello sentimentale lezioso e soffocante (e polvere, poca).
Per quanto in genere basti un calzino trascinato sotto il calcagno a farmi piangere, certe smancerie piacione mi fanno sbadigliare. Però non riesco a dirne male oltre misura. In fondo Bandini comincia e smette di prendersi sul serio ogni volta che si sveglia nel bel mezzo di un racconto.

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