martedì, ottobre 24, 2006
Capita che io mi accorga a metà di una conversazione che sto parlando di un regista o di uno scrittore come del mio panettiere di fiducia (avrei potuto dire "macellaio", per essere più sanguigna e lontanamente erotica, ma non sarebbe una
verosimilitudine). E quando me ne accorgo, è lì che mi fermo, perché un po' mi sento rozza - se non altro visto che, ve l'ho detto, da bambina sgraffignavo le cingomme al panettiere quando mi dava la schiena per riempire un sacchetto di francesini caldi. Eppure continua a non dispiacermi il detto "parla come mangi". Pensavo "parla come mangia" ascoltando l'editore di noir mio feticcio, che parlava dei suoi libri
come parlano i suoi libri. Quindi è una rozzezza (un'altra) che mi posso concedere.
posted by frammento at
09:31
0 commenti