martedì, marzo 21, 2006

Stamattina sono stata investita da due ruote e un signore in giacca e cravatta che pedalava impeccabilmente col rosso. Io, con rispetto convenzionale per l'omino verde, correvo perché il mio autobus era già alla fermata, e lui è sbucato fuori da dietro un Ducato. Un quotidiano ha preso il volo dal cestino della bici e il pneumatico offroad mi ha tatuato i jeans e spintonato una rotula. L'ho praticamente abbracciato chiedendogli scusa, io, gli ho raccolto il giornale e sono andata a smorzare l'ennesimo ritardo guadagnando il predellino.
D'altra parte sono mesi che anche quando me ne sto docilmente sulle strisce pedonali gli automobilisti pigiano il freno con terrore, il gomito extraruotato e le braccia rigide sul volante - e non sto sdraiata, sulle strisce. A un certo punto ho dedotto che una soluzione ottimale fosse il difficilmente ignorabile copricapo himalayano con le trecce di lana, ma non so se riuscirò a trovarne una versione primavera/estate. Potrei indossare un casco.
Il vero problema è come mi si para davanti la realtà, così enorme, così improvvisa. Che devo fare un salto indietro per non rimetterci qualche pezzo.


posted by frammento at 00:41  0 commenti