giovedì, gennaio 26, 2006

Mi hanno portato in dono dal Giappone una bambola Kokeshi. Nella scatola, vari foglietti ammoniscono di toccarla solo con le mani asciutte altrimenti il colore sbiadirà, scomparirà, sarà inghiottito dalla materia.
La bambola è un minuscolo fardello stretto fra le linee sul palmo, una clessidra a dispersione di colore trattenuta da spaghi da chiromante, memoria corruttibile da intuizioni non ancora inaridite.

Nei vecchi appartamenti esistono stanze di cui ci si dimentica. Trascurate per mesi, deperiscono in totale abbandono fra le vecchie mura, e accade che si richiudano in se stesse, si coprano di mattoni e, perdute ormai per sempre alla nostra memoria, smarriscano a poco a poco la propria esistenza. Le porte che vi conducono da un qualche pianerottolo delle scale di servizio, possono sfuggire per tanto tempo ali occhi degli inquilini da penetrare infine, entrare nella parete, che ne cancella ogni traccia nel disegno fantastico delle crepe e delle fessure.

Bruno Schulz, Le botteghe color cannella. All'epoca delle mie rivoluzioni, mi do ai classici.

posted by frammento at 14:39  0 commenti