mercoledì, dicembre 14, 2005

Ieri sfogliavo la bozza corretta masticando una matita alla sinistra dell'autore che si affannava per delineare a gesti la sua posizione a proposito di una citazione da Heidegger. Ogni tanto guardava in tralice i segni della matita sulla mia copia e chiedeva se convenissi con la lusinga, l'illazione, che fare l'editor è il mestiere più duro del mondo. Almeno non è il più vecchio, pensavo io. Gli ho fatto dono di un sorriso semplice, che poi si è convertito in un sorriso pentito. Di quei pochi i casi in cui la mia insicurezza vacilla, i meno innocenti sono davanti alla parola scritta. Mi dicono che non sia cosa buona e giusta, e io sono consapevole di non riuscire a contenere in una pagina martoriata l'anelito al racconto perfetto. So di non avere il talento per scriverlo, vorrei non saperlo, ma chissà perché mi porto dietro la presunzione di saperlo riconoscere, e forse, di sentire come andrebbe riveduto.
Dovrei imparare a mettermi da parte, e non imparo.

posted by frammento at 16:35  0 commenti