mercoledì, ottobre 12, 2005

In Berlin Alexanderplatz:

"Così è terminata per Reinhold, almeno per il momento, la notte dalla domenica al lunedì. E chi volesse domandare se nel mondo c'è giustizia, si contenti della risposta: per il momento no, almeno fino a venerdì."

nonché:

"Sonia ed Eva sanno che è una canzone molto ordinaria, senza nessuna distinzione, di quelle che cantano per i mercati davanti a un cartellone rozzamente illustrato; ma la canzone è così commovente, che non possono fare a meno di piangere, quando è finita, e poi aspettano un po' prima di riaccendere la sigaretta."

Mi assomiglia? Dai, appena un poco. Dico poco perché questa settimana lavoro anche sabato e domenica, mica per altro.

Per prepararmi alla breve trasferta berlinese, leggo letteratura berlinese. Non so quanto sia stato salutare a dire il vero, leggere "il più grande romanzo del Novecento sull'inadeguatezza"; è uno splendido libro e io non potevo certo tralasciare un simile affresco, ma mi ha strappato a una certa confortante leggerezza.
Ora sto leggendo Herr Lehmann di Sven Regener, recuperato a un passo dall'oblio librario, e sono preda di un'infatuazione, anche se non ho capito bene se è per una città che ancora non ho visto, e temo di sì.

Ah, e oggi la receptionist non multitasking, ma (fuor di metafora - e di sè) multipersonality ha sostituito alle proteste quotidianamente urlate in corridoio all'altro sè basta me ne vado, non sono una puttana, SEI una mignotta un più inquietante non sono Hitler. Che dire? Ma soprattutto: che fare?

posted by frammento at 00:09  0 commenti