martedì, settembre 27, 2005

Una volta avrei pensato come un'esperienza estremamente penosa, trasferirsi in un paese di cui non si conosce la lingua, di cui non si intuiscono le asperità e le sottigliezze. Eppure di recente ho preso a pensare diversamente. In fondo mi affrancherei da certe blandizie ipocrite che mi guastano delle giornate che anche quando sono prive di particolari sbalzi d'immaginazione si contendono il capitombolo. E non solo.
Giocavo con il verbo ricominciare e tutte le sue derive, ma mi sono stufata e indignata in un momento. L'infame è il prefisso reiterativo: non so se avrei voglia di ripetere, ripetere i cominciamenti.
Mi rendo conto di ribadire spesso espressioni che mi dovrei impedire, perché non intaccano la realtà, e forse la sfiancano. Se fossi dove non conosco una parola, avrei uno squisito pretesto.

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