domenica, agosto 28, 2005

Credo non sia necessario che io dichiari nuovamente che per me la lettura, nel sistema dei bisogni, è fra quelli primari. È un sistema complesso di eccessi e rifiuti che padroneggio con la stessa imprudenza e incostanza con cui mi rapporto all'alimentazione. Quando sono ospite a cena ho un atteggiamento canino, ossia sono capace di mangiare la quantità che mi offrono fosse pure evidentemente esagerata, come se non sapessi fin dove arriva l'AlkaSeltzer e dove comincia il caos. D'altra parte è anche vero che, retaggio di antiche e pessime abitudini, quando non mi va di mangiare e mi sento obbligata a farlo mi sforzo di non lasciarmi andare a un pubblico pianto rabbioso o a delle insensate crudeltà verbali. Ho imparato a dissimulare per educazione, quando accade.
La similarità dei rapporti io-lettura io-cibo, deve averla notata anche qualcuno che, preparandomi sempre cose buone e riempiendo efficientemente il bicchiere, vorrebbe ingozzarmi di letture con pari destrezza per sapere l'effetto che fa.
Mi sorprende l'ansia o il desiderio circospetto di sottopormi dei libri e l'alta considerazione per la mia opinione a proposito di essi, come se la mia approvazione o disapprovazione fosse una conferma al suo buongusto. Mi vedo affidare dei libri corredati di un lieve complesso di inferiorità, cosa ridicola e a volte imbarazzante, perché me li consegna con trasporto o ribrezzo dichiarati, ma dichiarati con un'insicurezza che aspetta risposte - e le aspetta da me.
Speriamo che non sia necessario il rutto compiacente di congratulazione.


posted by frammento at 13:43  0 commenti