mercoledì, luglio 13, 2005

"Six years after writing this piece, I have little to add, except to mention two letters that it provoked. One - much to my surprise - was from the great Spanish novelist Javier Marias, who sent me a copy of the British edition of his novel A heart so White inscribed "To Jonathan Coe, with whom I share, at least, something mentioned on page 214"

Lo leggevo in uno dei pocket Penguin realizzati per il 70esimo anniversario della casa editrice - l'ho letto nel numero 68, che com'è intuibile, è di Jonathan Coe - e mi sono commossa.
Jeez, due degli scrittori che amo, che non si assomigliano e non si conoscono, si leggono, si frequentano come li frequento io.

Ogni giorno trovo sulla scrivania una moltitudine di incipit, alcuni in media res, qualche raro epilogo. L'affollamento non è fastidioso, semmai le spaziature, che non hanno filo eppure tagliano. Incipit senza seguito, epiloghi senza pregresso, che non si compiono in media res, e poi non volgono.

Alcune mattine mi aggiustavo sulla sedia per scrivere in una stanza semibuia, semidorata. L'alba si estingueva in poche migliaia di istanti e pur desiderando che il mio corpo assorbisse il pulviscolo di colori fossili, allucinavo acqua di lago dalla superficie di mercurio.

Nel libro che ho adesso sulle gambe, Extremely loud & incredibly close:
"When I was a girl, my life was music that was always getting louder. Everything moved me. A dog following a stranger. That made me feel so much. A calendar that showed the wrong month. I could have cried over it. I did. Where the smoke of a chimney ended. How an overturned bottle rested at the edge of a table."

Io aggiungerei, fra gli altri, il dondolare della catenella degli occhiali di mia nonna mentre affrontava la settimana enigmistica. La ricrescita grigia sotto la tintura del professore di filosofia. Il collo della camicia troppo largo sull’intuizione di spalle discendenti. L'alluce valgo della collega bifronte.

Sarà anche per questo, che sfogliando il meraviglioso ideario di viaggi sperimentali mi sono lasciata affascinare dal Blind Man’s Bluff Travel; anche se, naturalmente, la cecità mi affascina finché chi mi fa prestaocchi è colui a cui l’ho chiesto. Che mi piaceva anche invitare a Londra, andandoci separatamente, per testare ancora la serendipity o anche solo la capacità di ritrovarsi. Ma temo che per amore, appunto, di sperimentazione, sarei scaricata sulla panchina di un MacDonald a Berlino Ovest ("Quale crollo?").

Qualche tempo fa, nello scorrere una breve storia dei dizionari, leggevo di quello del Barzizza, finemilletrecento quasimillequattro, 2.500 vocaboli organizzati per progressione gerarchica, a partire da Dio fino al corpo umano. Me lo sono annotato con un punto esclamativo a margine del paragrafo, per la mia raccolta di imprese ingrate & inutili, ma poiché non aveva nemmeno lo splendore dell'irragionevolezza ho deciso che come criterio per la mia libreria l’avrei tralasciato. Mi sono accorta che nel mio caso funziona di più il metodo analogico. O forse documentarista, alla Benedetto Dei che, sapendo che del domani non v'era certezza, semplicemente annotava i vocaboli carpiti per le strade di Milano.
Per la mia libreria, che in realtà non è una libreria ma una teoria di interspazi pervasi di libri, ho scelto il criterio dell’affinità emotiva, così che sia attenuata la violenza dell’ordine.
Le grammatiche però sono tutte incastrate le une con le altre, una lingua è il dorso di un’altra, e la geografia è nulla. Quanto ai narratori di viaggio, sono sempre il risvolto di altri viaggiatori. Alcuni, Darlymple ad esempio, vorrei rapinarli della sacca da viaggio per rubargli letture di cui non saprei mai.

Non consiglio libri agli sconosciuti, voglio dire, a un tu indiscriminato.
Di ciò che leggo, sul blog dispongo delle tracce che però non credo si possano definire consigli e che, soprattutto, rispondono a un io chiaramente discriminato. Sarebbe dolce, ma mi consumerebbe la gelosia, l'amore di altri per Adam Haslett, Romain Gary.


miru, avevo pensato di rispondere alle domande, ma la pigrizia mi stordisce e finisco solo per agganciarmi a quello che stavo già scrivendo. Colgo l'occasione, insomma, ma mi risparmio l'orrore di scegliere.


posted by frammento at 15:00  0 commenti