sabato, maggio 07, 2005

Dopo aver malmenato il desiderio di Yorkshire, calcolato l'insostenibile pesantezza del budget per il Giappone e aver accolto (azzardo inaudito) fra le mete possibili Berlino - dicono sia brutta come Milano, cosa che può solo illuminarmi di un amore oh oh disperato) - le mie frustrazioni avranno una nuova localizzazione geografica. Dalle parti del Golfo del Tonchino. Ho già prelevato in ufficio la Lonely Planet, che fra l'altro dice "in passato i turisti occidentali si sentivano spesso urlare Lien Xo! (Unione Sovietica), forse perché venivano tutti scambiati per i Russi che vivevano in Vietnam [...]". Ah les beaux jours.
La prima fase del viaggio, a casa, è comprare un manuale di conversazione per autodidatti. L'ultima, sulla strada del ritorno, è comprare una grammatica come souvenir. Non è ossessione circolare, si tratta di stati mentali differenti, diciamo che si distinguono come qualcuno diceva di langue e parole, e altri ancora, più chiaramente (chomskyanamente), competenza e performance.

Quando sono tornata a casa giovedì ero a tal punto fuori di sé, che mia madre mi ha piazzato davanti un bicchiere mezzovuotomezzopieno. Avrebbe voluto piazzarmelo sulla scrivania ma non c'era spazio, quindi ha rinunciato alla perentorietà medica del gesto. L'ha appoggiato sul comodino, io ho guardato l'acqua salire lungo un lato, lungo l'altro, lungo uno, l'altro, un hoola-hoop di liquido incolore. "Che è?" "Gocce".
Ah, ecco.

Ho riversato Le Gocce nel lavandino e ho acceso le casse. E' partita la nenia listen & repeat (al momento francamente unrepeatable), che alleviato, almeno un poco, quel che poteva.
Credo fosse la garanzia di avere tante tonalità a disposizione: no tone, raising, falling, questioning, falling-raising, Weighing.


posted by frammento at 01:50  0 commenti