giovedì, marzo 31, 2005

Provo uno straziante intenerimento davanti a un'altra nuca, in particolar modo quando il cuscino sembra averle fatto, nottetempo, da boia espressionista. E piano piano mi sono abituata a non reagire al borbottio recriminatorio perpetuo, alla tendenza conversare a canone e alla capacità degli altri di non curarsene. Wu wei.
Però, oggi la nuca ha deciso per una giravolta dalla sua postazione nella stanza accanto verso di noi che sbrodolavamo in tutta innocenza frutti delle mezze stagioni e, strinandoci con afflato paranoide, ha chiarito: "Non sono matta, no davvero".

Una parentesi di ordinario sbrodolamento altrui, che a me fa venir voglia di dare del tu e accorciare il nome con confidenza.
A dire il vero, forse cercavo solo l'occasione di adoperare ancora una volta la parola straziante, dato che ho letto in questi giorni che Francis Bacon condivideva con me la passione per l'aggettivo.
Il caro Sollers: "Straziante è una parola che Bacon ripete spesso. Dipinge degli spazi straziati dal tempo."

posted by frammento at 14:51  0 commenti