giovedì, gennaio 20, 2005

Devo ammettere che il malaugurio di cui dicevo nell'ultimo post, sebbene non ancora comprensivo di miseria terrore e morte, forse almeno mi ha fatto decidere a mettere fine alla breve ma esasperante e inconcludente esperienza da teleseller. Il malaugurio e una spaventosa allettante prospettiva - che adesso è in essere, anzi in divenire. Spero solo di saper imparare, dopotutto saperlo fare e farlo è sempre stata la mia unica aspirazione.
Potrei dire capacità di farsi amare a parte, ma non vedo perché. Il bisogno di rassicurazione in entrambii casi è più che mai estremo e non ha solo fame di dimostrazioni. O forse ne ha così fame che ha bisogno di ingozzarsi per poi rigettarle e poi... una mentina per monsieur?. Non c'è nessun vittimismo. Mi sembra solo di subire un torto quando esprimo sentimenti senza mediazione, ovvero presentandoli tali quali si presentano, mastodonti emotivi che la mia vena drammatica esalta.
La settimana scorsa avevo l'istinto del pianto copioso e inarrestabile: il viso era una mappa idrografica delirante, fluivano la rabbia dell'incomprensione e la commozione data da certi passaggi di O'Connor, mi liquefacevo irreparabilmente davanti a "il giardino delle vergini suicide".
L'ho classificato come un sintomo influenzale. Spero di procedere a una decorosa convalescenza.


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