venerdì, dicembre 10, 2004

Al corso in palestra l'istruttrice avrebbe volentieri dato tutti i pesetti e i bilancieri del suo regno per un goniometro solo per mettermi davanti all'ampiezza della verità disegnata sui miei dorsali (l'utilizzo di disegnata in luogo di scolpita non è incidentale). Mi ha raggiunta in quattro falcate e da buona generalessa del parquet e degli specchi, a un centimetro dal mio viso ha urlato: "ho detto schiena piatta con la testa in linea!" La mia linea era solo di difesa: "eheh ma la schiena dritta, credo ormai sia fuori dalla mia giurisdizione..."
Lei, generalessa del trapezio (quid massonico, questo) e del deltoide: "piantala! sei tu. ti ho visto, sai, a volte tieni la schiena dritta!"

And yeah, I know he's a pretty good read.
But God who'd wanna be?


La mia miru ieri parlava di Melville e io mi sono sentita coccolata dalle coincidenze. Ieri era proprio a lui che pensavo. Non alle balene, né alla scrittura - anche se Melville è una delle ragioni per cui colleziono balene e in parte, per cui colleziono scritture - ma ai suoi personaggi, perché mi confezionavo un'innocenza splendida da Billy Budd ma sul bigliettino siglavo con un inamovibile ritornello da Bartleby.
Però, io dico "non ce la faccio". Lui almeno aveva l'alibi del condizionale (d'altra parte a me che ne abuso l'hanno vietato - il condizionale è poco commerciale).




posted by frammento at 10:22  0 commenti