domenica, ottobre 17, 2004

Se qualcuno si fosse accorto della mia protratta latitanza avrebbe forse potuto pensare che non sono sopravvissuta alla lezione di prova di kendô. Ma è una prova che non ho affrontato: ero debilitata dalla mia bronchite autunno-inverno 2004-2005 (l'ho appunto inaugurata a settembre e me la godo almeno fino a marzo) e sono stata a guardare per altre due ore, questa volta in compagnia. Così se non altro all'uscita (prima della fine, ma stremati come per un film da cui non ci siamo lasciati convincere ma ci abbiamo provato) abbiamo espresso una risoluzione unanime accendendo una sigaretta e istigandoci allo sbadiglio vicendevolmente, pur amareggiati - o almeno io, perché io in fin dei conti desideravo fortemente di esserne entusiasta.
Al di là di questo, non è per i postumi della lezione di prova che non scrivo, né perché non ho niente da scrivere: piuttosto - condizione forse ancora più frustrante - direi che non ho niente con cui scrivere. Quel poco che ho imparato osservando i kendôka l'avrei esercitato la settimana scorsa operando a chassis aperto, in mancanza di uno shinai con una spranga (non vorrei però pensaste a dosi massicce di ultraviolenza: dopotutto mi riferisco alla spranga in dotazione a Cluedo®).

Ad ogni modo, cerco di riprendere confidenza con la blogosfera e riporto una citazione che va a ingrossare la mia collezione di frasi sull'imperfezione (ah aspirazioni enciclopediche). Come già dicevo, per essere una che odia le collezioni faccio un mucchio di collezioni.

Dice John Ruskin:

"Non esigete mai una rifinitura perfetta fine a se stessa, ammissibile solo per qualche scopo pratico o nobile...L'esigenza di perfezione è sempre il segno di un fraintendimento delle finalità dell'arte... L'imperfezione è in qualche modo essenziale a tutto ciò che nella vita ci è noto. E' il segno della vita in un corpo mortale... Bandire l'imperfezione significa distruggere l'espressione, bloccare lo sforzo, paralizzare la vitalità. Tutte le cose sono migliori, più amabili, proprio per le imperfezioni che sono state divinamente distribuite".

Che piacere, convenire. Sì, ma in ogni caso, la trascrivevo per dire che, sia pure benedetta e sacra l'imperfezione, alla prossima reincarnazione rinasco utente Mac.


p.s. notevole come il brano contenga una tale messe di problematiche frammentose

posted by frammento at 23:53  0 commenti