venerdì, luglio 02, 2004

Allora è cosa certa. Come ho sviluppato una divertita dipendenza da chi rivela il futuro Internazionale (che sia un'illazione morfologica? ovviamente sarebbe un'occorrenza verbale imbastardita da flessioni di condizionale), mi designo destinataria di chi, più e più volte dice il presente, almeno dopo la pausa pubblicitaria. Anche se di solito baratto i più prudenti progetti di vita con i fallimenti, gratis e senza ingegno: diciamocelo, finiscono tutti in surrogarette.

 

surrogaretta, cilindro di carta consacrato alla combustione di un condensato di smacco e monofisse* in copiacarbone: combustione forse, ma non è certo, più serena se con filtro

 


* cfr (quasi relig.) monofisime

Io di jazz, musicalmente, so poco e niente, ma sono avida di storie di jazz.
Martedì, ascoltando Thelonius Monk secondo Benni e Petrini, pregustavo di andare a ripescare uno dei miei passaggi di G.Dyer preferiti:

"E la gente sa anche che questi pensieri non rappresentano alcun tipo di rivelazione, perché ormai sono diventati parte della stessa routine di sopportabile disperazione, un riepilogo che si dissolve continuamente nella quotidianità"

(in "Natura morta con custodia di sax", Instar Libri)

posted by frammento at 04:03  0 commenti