martedì, giugno 08, 2004

La citazione di una scheggia delle sue Ore Giapponesi, una pagina a caso, un aneddoto qualunque. Solo un omaggio a una persona di immensa cultura e acutezza, tradotte sempre in impressioni profonde ma di affascinante lievità.

"Mentre parlavamo mangiando, bevendo, alternando le nostre sollecitudini paterne alla degustazione d'una leggera frittura di gamberi in olio d'arachide (tenpura), con puré di rape crude, mi giungevano agli orecchi brandelli d'una conversazione che aveva luogo nella terrazzina accanto alla nostra, dove stavano quattro o cinque uomini, con altrettante giovani donne. Sentivo spesso parlare di taiyo-zoku, "razza del sole", nome preso da un recente romanzo di scandalistico successo, con cui si allude alla più giovane e scapestrata generazione del dopoguerra, quella cresciuta senza "pietà filiale" e senza "imperatore dio". Gli uomini dovevano dire cose fortissime poiché le ragazze scoppiavano nervosamente a ridere coprendosi la faccia con il ventaglio o col tamoto (la manica del kimono) esclamando "iya da wa!", "non mi piace", "che cosa antipatica!". Avrei voluto ascoltare e seguire. È davvero disperante quando - e succede spessissimo - due conversazioni ti appassionano ugualmente e devi fare uno sforzo belluino per non perdere il succo né dell'una né dell'altra. Perché la vita è fatta di decisioni? Cioè di cisioni-da, di tagli da?"

Fosco Maraini, Ore Giapponesi (1956)


posted by frammento at 09:07  0 commenti