giovedì, giugno 17, 2004

Il suono del citofono corrompe una quiete claustrale - no, d'accordo: nell'altra stanza romba un aspirapolvere che ha vinto dodici Campionati Costruttori e io sento a malapena il (doppio) richiamo del postino. Vado a rispondere.
- Posta!
- Sì (doveva essere lui, era l'ora: da quando mio padre è in pensione il postino lo lusinga quotidianamente con una smaccata predilezione), le apro.
- [irritato, sentendo una voce non diletta] Senta, se potesse venire a firmare... perchè è una raccomandata
- [oddioddiodddio lo sapevo, ma di solito non ci vuole più tempo?] Ah ehm, certo, arrivo.
- No, scusi, sono due raccomandate.
- [oddioddiodddio]
- No, tre...
- [oddi... basta, la prego la supplico, sto cercando di impiccarmi col cavo del citofono ma non ho ancora superato quello scoglio del nodo Savoia, la mia agonia verrà immortalata da "Chi"]

Pochi minuti più tardi, mentre mio padre mi aizza contro l'aspirapolvere ribattezzato "Christine", avviene lo spoglio dei tre documenti postali recanti medesimo mittente, Polizia Municipale. Io, spalmata sulla porta davanti all'elettrodomestico infernale - ruggente - cerco d'informarmi sulle circostanze delittuose per impostare una linea di difesa, ma so che non potrò contare su tre giornate di squalifica.
Ho alibi inattaccabili che mi scagionano da tutte le accuse, ma il calo della tensione dovuto a questa consapevolezza mi precipita nell'errore fatale che rivela una certa malafede:
- In quella via il 29 febbraio? [raggiante, già teorizzo manifestazioni karmiche bisestili] Ma allora non può essere la mia!
- LA TUA?
- [risata molto nervosa] ah ehm -- che dico, il 29 febbraio? che data stro...


posted by frammento at 06:22  0 commenti