lunedì, maggio 24, 2004

Ieri ho partecipato a una dimostrazione di Taijiquan. Il maestro aveva poco più di un'ora di lezione in cui mostrarci TUTTO. Forse proprio per ribadire l'indispensabilità delle contraddizioni ("il nome stesso è una contraddizione: taiji è un concetto cosmico-filosofico che richiama l’idea di pace, di armonia e di vita; mentre quan sta per "pugno" cioè potenza e violenza") cercava di illustrare l'intera disciplina, parlava di rilassarsi e riappacificarsi con il proprio tempo senza punteggiattura, gli occhi strabuzzati dall'apnea, espirando solo sui: "se non ci sono domande procediamo coi movimenti". Va da sè che le forme della gru che dispiega le ali o del serpente che striscia, da lui eseguite impeccabilmente, nella nostra mera imitazione (appunto per mancanza di tempo) si sono trasformate nella forma della carogna che sale.
(Contano sul fatto che vorremmo imparare a farla scendere per farci andare alla seconda lezione dimostrativa. Io naturalmente sono un soggetto con predisposizione - alla carogna ascensionale, dico).



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