lunedì, maggio 24, 2004
Ieri ho partecipato a una dimostrazione di Taijiquan. Il maestro aveva poco più di un'ora di lezione in cui mostrarci TUTTO. Forse proprio per ribadire l'indispensabilità delle contraddizioni ("
il nome stesso è una contraddizione: taiji è un concetto cosmico-filosofico che richiama l’idea di pace, di armonia e di vita; mentre quan sta per "pugno" cioè potenza e violenza") cercava di illustrare l'intera disciplina, parlava di rilassarsi e riappacificarsi con il proprio tempo senza punteggiattura, gli occhi strabuzzati dall'apnea, espirando solo sui: "se non ci sono domande procediamo coi movimenti". Va da sè che le forme della
gru che dispiega le ali o del
serpente che striscia, da lui eseguite impeccabilmente, nella nostra mera imitazione (appunto per mancanza di tempo) si sono trasformate nella forma della
carogna che sale.
(Contano sul fatto che vorremmo imparare a farla scendere per farci andare alla seconda lezione dimostrativa. Io naturalmente sono un soggetto con predisposizione - alla carogna ascensionale, dico).
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03:20
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venerdì, maggio 21, 2004
Ormai è chiaro che non riesco più a uscire dal tunnel dei corsi di formazione. Alla luce (che non è, appunto, quella alla fine del tunnel) dei miei ultimi
consuetudinali exploit forse dovrei prendere in considerazione anche questo trafiletto del Corriere Lavoro sul corso di alta formazione "Saper gestire le proprie emozioni". Principalmente perchè per me è di fatto un lavoro (certo coi soliti vizi contrattuali, tempo indeterminato ma senza contributi, premi-
prostrazione eventuali etc.). E poi perchè per un corso del genere potrei finalmente fornire un curriculum succulento e soprattutto una lettera di (grondante) motivazione.
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05:35
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giovedì, maggio 20, 2004
We have become silhouettes
ma adesso posso mettere...
...la mia
invidia su un gattobus
(e idolatrare la panciuta
rolling silhouette)
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00:17
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lunedì, maggio 10, 2004
In un libro di David Peace, mesi fa ho letto:
La porta si aprì ed entrò un poliziotto in uniforme con un pastore tedesco al guinzaglio.
Capelli Grigi mi costrinse ad alzare il viso tirandomi su per i capelli.
Il cane mi fissava ansimante, con la lingua penzoloni.
- Prendilo, prendilo.
Il cane attaccò a ringhiare e ad abbaiare tirando al massimo il guinzaglio.
Capelli grigi mi spinse ancora più vicino.
Il cane era a meno di mezzo metro di distanza da me.
Gli vedevo i denti e le gengive, sentivo l'odore del suo alito, me lo sentivo addosso.
Il cane continuò a ringhiare e abbaiare, tirando al massimo il guinzaglio.
Mi uscì la merda dal culo.
La bava che gli colava dal muso mi spruzzò sul viso.
Mi sembrò che tutto si oscurasse.
- Ditemi che cosa ho fatto.
- Ancora.
Il cane era a pochi centimetri.
Chiusi gli occhi.
- Ditemi che cosa ho fatto.
- Ancora.
- Ditemi che cosa ho fatto.
- Bravissimo.
Tutto si oscurò e il cane era sparito.
Menomale, era solo
fiction-
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05:59
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mercoledì, maggio 05, 2004
Al Tg: "I carabinieri, notato il camion
parcheggiato male, si sono insospettiti e hanno proceduto alla perquisizione".
Immagino che se parcheggiassi sotto gli occhi dell'ufficialità pubblica, verrei arrestata
prima di procedere alla perquisizione del veicolo.
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06:24
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:: al bastian commentatore, douzo
| lettura on (cinese): sha lettura kun (giapponese): utsu(su), utsu(ru) |
| lettura on (cinese): shin lettura kun (giapponese): ma |
La parola shashin, fotografia, è composta da due ideogrammi, entrambi da leggere nella loro pronuncia on, cioè la pronuncia cinese adattata alla fonetica giapponese all'epoca dell'acquisizione del carattere. "Sha", esprime il concetto di "copia", ma i verbi utsu(su) e utsu(ru) della lettura giapponese significano anche duplicare, imitare, descrivere e essere fotografato, essere proiettato. "Shin" esprime il concetto di "vero", e combinato con un altro ideogramma diventa "verità" ma anche "realtà".
(Scattare una fotografia: shashin o utsusu)
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05:57
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martedì, maggio 04, 2004
Basta appena a lavare una strada, un'anima mai.
Ogni goccia potrebbe essere come quei ciottoli delle leggende tibetane che gettati in certi laghi scatenano furie, turbini d'aria, ma le lamine d'acqua sono sottili, la pressione è tenue sulla barricata opposta da un coagulo resistente.
Si deve imparare di nuovo anche a dissipare,
perdersi senza rimpianti.
Non so perchè (cioè, sì, ho male all'immaginazione), una
foto mi fa pensare alla pioggia di questa stagione, ed è una foto di cui la pioggia non è attore, agente. Un'immagine vale mille - altre immagini.
Dato che la parola fotografia (shashin) è formata da due ideogrammi che presi singolarmente hanno il significato di
copia e
verità, per una volta dovrò ritenermi nipposcettica.
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03:58
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