Ieri ero prigioniera di spirali di incomunicabilità. Alla considerazione che spesso scrivo cose incomprensibili era seguita la diplomatica concessione che esprimo le mie sensazioni interne raccontate in modo non-sequenziale (vedo che qualcuno con delicatezza dice surreale), ma ormai mi ero immedesimata in una scultura giacomettiana. Cercandomi dunque sul sito del (o della?) Kunsthaus di Zurigo, ho trovato, mi sono trovata, giusto:
Fragments
Since his days at the Academy, it had been easier for Giacometti to create simple, individual parts of a model rather than entire figures. [...] memorials of raw, torn-off body parts. The cracked surface, which reflected light more dynamically than the earlier smoothly polished surface, lends the sculptures an immediate and ghostly vivacity apparent not from a fleeting superficial impression but emerging from the inner core of the work's essence.