venerdì, gennaio 09, 2004

Lunedì in palestra cantavo impugnando il fohn degli spogliatoi a due mani per evitare che movimenti troppo enfatici delle braccia andassero a turbare quell'immobilità che garantiva l'innocuità dell'aere misto sudore e crema per il corpo - insomma, ero contenta mentre devastavo la compostezza del mio casco da paggetto e lodavo la spensierata improduttività dei miei giorni di vacanza. E' arrivata poi una ragazza a pesarsi sulla bilancia posta di fianco al mio Singer's Corner. Io ero ancora presa dalla pesatura del mio ozio e stringendomi per farla salire sul piedistallo, al posto della misurazione in chilogrammi sul quadrante della bilancia ho visto l'ago impazzire su una suddivisione oraria. È evidente, sono ossessionata dal tempo. Ma non è poi così folle pensare di potersi pesare a seconda della quantità che se ne ha a disposizione.
Dio, quanto sono felice d'aver iniziato il part-time. Nessun progetto, abdico anche ai giudiziosi propositi enunciati al momento della richiesta. Per realismo, più che per ignavia. Per il momento mi limiterei ad acquistare una qualche consistenza, a precisare una pesantezza che sia misura di ricchezza, non di oppressione.

Vabbè dai, finirà che passerò due ore in più al giorno ad ascoltare canzoni in minore o a frustrarmi sperimentando l'hobbistica più bieca. Qualcosa di tremendamente effimero come i disegni di schiuma del volume "Fare e costruire" de "I Quindici" che non mi sono mai riusciti per overdose di detersivo.

posted by frammento at 08:27  0 commenti