martedì, gennaio 13, 2004

E' uno dei miei rimpianti, in questi primi giorni di gennaio si riaffaccia sempre alla mente.
Non ho mai visto un concerto di Fabrizio De Andrè, quando potevo. Adesso per compensare a ci? cui non è possibile tocca presenziare a tutte le rappresentazioni allestite in sua memoria, citazioni e interpretazioni. Spesso solo allestimento di un ricordo collettivo che non compensa, anzi, acuisce il senso della perdita, quasi fastidioso per l'omogeneità del commento post-mortem.

Quella di domenica, in periferia, era una rappresentazione piacevole e affettuosa - la erre veneta del cantante prestata a "Creuza de ma" faceva simpatia. E va a onore degli artisti che rendessero omaggio a Fabrizio allo stesso modo quand'era ancora in vita, e che lo spettacolo avesse poche pretese. Ne avesse avuta qualcuna in più, probabilmente sarei stata meno indulgente.
Poi, io mi sono commossa per predisposizione genetica - no, astrologica - no, (direi) congiunturale.
Insomma, probabilmente mi sarei commossa comunque, ma è stato confortante che il sacrificio di quella quieta apatia che disapprovo più della temuta giusta sofferenza sia stato sostenuto dalla dolcezza di un pensiero, la sua umanità, il suo calore, la leggerezza così palpabile di una visione limpida, la capacità di avere compassione delle cose, di riconoscere la dignità nelle persone. Cruda immaginazione: realista che vede l'impossibile.
In un test, alla domanda "chi vorresti conoscere/aver conosciuto, se ne avessi la possibilità?", all'epoca scrissi due nomi e uno era quello di De André (forse l'ho scritto addirittura in stampatello per distogliere l'attenzione dall'ortografia dell'altro, n.d.b.); ma che gliavrei mai detto? Ovviamente non sarei stata capace di dirgli niente. Sarebbe stato solo per i miei occhi.

Perché le pupille abituate a copiare
inventino i mondi sui quali guardare

Seguite con me questi occhi sognare,
fuggire dall'orbita e non voler ritornare:

Vedo che salgo a rubare il sole
per non aver più notti,
perché non cada in reti di tramonto,
l'ho chiuso nei miei occhi,
e chi avrà freddo e chi avrà freddo
lungo il mio sguardo si dovrà scaldare

posted by frammento at 01:37  0 commenti