lunedì, gennaio 26, 2004

Alla luce dell'ultima novità lavorativa, credo di poter rimediare a ognuno dei grattacapi (nonché strafalcioni) matematici che mi crucciavano.
Alle già descritte ostentazioni di antisocialità si aggiungerà l'aria di avere sempre una o più sigarette accese in bocca anche quando non ne ho, probabilmente per il fumo che mi uscirà costantemente dalle narici, e soprattutto di essere pronta a spegnerne una o più addosso a chi mi seccasse seccata durante il mio a solo di malessere urbano, che verterà su un breve refrain:

- "Bad day"
- "Bad week?"
- "Month"
- "Year?"
- "One of the worst" [I laughed]
- "You said it"

Non che richieda uno sforzo mnemonico immane ricordarselo, e non che sia quanto di meglio abbia da dare il libro. Se ci ravvisassi una sua sintesi farei un torto alla mia recente (e giustificata) passione per l'autore: Peace, David Peace - & Love, aggiungerei, dato che di passione.
Ho preso atto di aver trattenuto lo scambio di battute qualche giorno dopo la lettura, quando l'ho mormorata in luogo di una banale imprecazione che sarebbe spettata al destino per la sua ormai scontata perversione (ha poi incoraggiato comunque un carosello di imprecazioni, dato che era l'ulteriore conferma d'essere una sfigata).
Come di consueto.
A sostegno di queste osservazioni non molto tempo fa ho detto a qualcuno che fondamentalmente sono così ingorda nella lettura perchè sono una disadattata (non generalizzo, naturalmente; al contrario, soggettivizzo, frammentivizzo: parlo per per me). Devo esserlo se scrivo foglietti male strappati con frasi di libri e li infilo nel portafogli come altri le foto di persone care, credo.
Questo non sarebbe propriamente uno stralcio da portafogli, ma il fatto è che mi sono accorta che il motivo per cui mi era rimasto impresso lo scambio di battute era il suo suono familiare. Proprio il suono: mi tornava alla mente come l'eco di uno dei saluti di Z., a cui mi lega una amicizia fatta di frequentazione rara ma che non ha mai subito amputazioni né ha mai avuto bisogno di nuovi inizi o cercato giustificazioni per la sua discontinuità. Già questo è meno consueto. Ma poi di solito non cedo a terzi l'affinità con un personaggio.
David Peace. Tirerò giù i suoi libri dagli scaffali quando una giornata di sole mi illuderà che da una luce pura e carezzevole il dolore non possa schermarsi. D'altra parte penso a Z. quando fuggevolmente mi illudo di non aver ragione di essere così pessimista, se non cinica, e così inveteratamente, come se potessi essere altro. Z. ha un senso della giustizia sicuro e inappuntabile dato dal disinteresse per una presunta morale; nessuna condiscendenza, nessuna scorciatoia diplomatica in sostituzione al senso di protezione che può dare solo la sincerità. Una delle poche persone che apostrofandomi "ciao stella (stélla, E chiusa lagunare)" mi abbia dato la certezza di risplendere, invece di chiudermi le labbra in una smorfia insofferente.

posted by frammento at 04:04  0 commenti