martedì, novembre 04, 2003

Ho un umiliante complesso di inferiorità nei confronti dei miei due colleghi che da qualche tempo discettano di piante e giardinaggio. Mi sento emarginata, menomata dalla mia crassa ignoranza floristica che in vari episodi ha recentemente dimostrato caparbie recrudescenze. Purtroppo partecipo alle conversazioni soltanto con aneddoti sulla mia vergognosa incompetenza. Di quella volta che ho assassinato un acero bonsai con overdose di concime, di quando sono riuscita a far patire disidratazione perfino delle piante grasse, di come la potatura sia operazione di tortura, almeno per quanto mi concerne: mi immagino sempre che sanguini il tronco e una voce benignesca mi apostrofi come Pier delle Vigne.
Ma il maggiore ostacolo a una mia emancipazione nel settore è la mia educazione libresca e vergognosamente cittadina. Ad esempio l'altro giorno mentre camminavamo svagati calpestando gradienti autunnali si svolgeva un (drammatico) dialogo paradigmatico.

io: "Mmm, che alberi sono questi?"
a. : "Boh".
io: "Dai ci sono sempre nei film di Woody Allen, sembra che a Central Park sia sempre autunno... Abbiamo rischiato anche di ritrovarci agonizzanti sotto quelle fronde, a Bucarest...no?"
a.: "Ehm sìììì?"
io: "Allora: pioppi non sono perchè quelli stanno in filari; abeti neanche perchè quelli hanno le decorazioni; mangrovie, lo escludo...
a.: anche il baobab
io: giusto,
a.: e il salice piangente
io: vero. escludo anche le sequoie?

Qualche tempo fa, invece sono andata a fumarmi una sigaretta in balcone e ho visto una nuova qualità di piante nei vasi. Allora ho chiamato mio padre per lodare la scelta rivoluzionaria.
io: "Oh finalmente abbiamo ovviato alla banalità del geranio"
padre titubante: "s-sì"
io: "e che pianta..?"
padre recalcitrante: "è una specie particolare..."
io: "sì ma di che pianta?"
padre rassegnato: "crisantemo"
io, interrogativamente divertita: "ah..."
padre sollevato: "sì... e quello (indicando una pianta che non avevo notato)..."
io: "eh"
padre raggiante: "è un cipressino bonsai"
io: "pa' quando dicevo che era ora di andare alle urne non intendevo quelle confortate di pianto"

Tutto questo m'è venuto in mente perchè qualcuno m'ha detto di me che aspetto alla fine di un viale alberato: io ho pensato immediatamente a Viareggio, al viale dei Tigli, che adoro perchè attraversa la pineta come una cerniera, che adoravo perchè si apriva sulla frescura preservata da alberi enormi dalle radici massicce e che portava l'ombra confortante quasi fino al melmoso malinconico lago pucciniano.
Ci ho pensato perchè mi hanno riportato la notizia che sono stati tagliati quasi tutti i tigli perchè erano malati. Mi ha dato un dolore indescrivibile. E motivi di cogitazione: ribattezzeranno adesso il viale operando uno scambio di vocale in memoria dell'avvenuta amputazione?

posted by frammento at 04:23  0 commenti