martedì, agosto 05, 2003

Non vorremo mai chiudere il discorso sul sacro, che è sempre un argomento elevato, specie in tempo di ferie. A tal proposito, pure se inconsapevolmente (del proposito), Alfo m'ha suggerito di recente come vivere con serenità gli ultimi giorni di lavoro prima della partenza: crogiolarsi in un meritato sancazzismo.

 

sancazzismo, s. m, 1. pratica umana votata a una beata espletazione di inconcludenze. 2. (stor.) [dal nome di battaglia di un famoso monaco guerriero, precursore della rivoluzione] movimento rivoluzionario più volte al governo in vari paesi, ma specificatamente di matrice italica

 


* mi sono permessa di aggiungere la 2.

Io purtroppo in questi giorni non posso dedicarmici poi con tanto zelo: in ufficio, se non ho capito male le direttive aziendali, devo fare almeno tutto ciò che non farò quando sarò in ferie. E altrove, devo fantasticare su tutto ciò che invece farò. Sembra un'attività di tutto relax, ma non lo è affatto. Sono giorni che studio percorsi, vaglio alternative, sfaldo guide routard dotate di friabili rilegature e, avvinghiata nella morsa di mappe constrictor, grido (non iperbolizziamo, sussurro) al vento toponimi e frasi d'emergenza in una lingua che fin adesso non avevo nemmeno considerato: sarà un accesso di cartolalìa?

 

cartolalìa, s. f., (psich.) patologia del linguaggio che si presenta sotto forma di delirio geografico, consistente nel proponimento frenetico di località impervie accostate perniciosamente a caso; manifestazione tipica del periodo prevacanziero, s'incontra specialmente nelle psicopatie turistiche last-but-not-least minute.

 



posted by frammento at 02:53  0 commenti