martedì, aprile 29, 2003
"Sono il muscolo cardiaco di Joe Frammento "
Egregio sig. Russell Crowe con la presente voglia considerare risolto il Suo contratto di collaborazione coordinata e continuativa stipulato a seguito del primo passaggio di "L.A. Confidential" sulla rete televisiva nazionale.
Come da contratto non avrà diritto a un'indennità di fine rapporto, tuttavia il mese di preavviso da darsi per legge sarà prorogato ad libitum (libi...?), per permetterle di affiancare il Sig. Edward Norton, precedentemente in stage presso di noi e attualmente assunto a tempo indeterminato nella mansione di gingillo onirico in Sua sostituzione. Voglia ad ogni modo considerare la sua presenza invariatamente cara in questa sede, in virtù del suo fascinoso scetticismo nerboruto (anche un po' imbolsito).
La presente risoluzione sarà soggetta, per quanto non qui disciplinata e applicabile, all'articolo
La della
25esima ora...
Vabbè. Almeno qualcuno sa se la Panini abbia intenzione di farci un album, su Norton?
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06:52
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giovedì, aprile 24, 2003
Frammenti familiari / frammento e padre
da "La venticinquesima ora" di David Benioff
Sai com'è fatta mia madre. [...]Dovresti sentirla. Tipo: "Hai preso il coso per la cosa?" E io che le rispondo: "Sì l'ho preso due settimane fa". Hai capito? Il coso per la cosa. Che cavolo sarà? Non usa mai le parole giuste però io la capisco.
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01:01
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mercoledì, aprile 23, 2003
Please Please Please, let me get what I want this time
Qualche tempo fa ho visto Solaris, quello di Soderbergh, quello “cosa faresti se avessi una seconda possibilità”, quello per cui qualcuno s’è fatto carico di rimarcare malignamente dai suoi pulpiti cine-critici l’apparizione delle “nobili terga”, dove non delle “chiappe” (festa per i referrers!!), di Clooney.
Solaris è un buon film se vi piace Soderbergh, perché è fantascienza adattata al suo stile, che è quello di saggiare tutti i generi rimanendo abbastanza fedele a se stesso, cioè ad una poetica di sperimentazione blanda, hollywoodiana, patinata di tendenza (quasi
hype!), ma tutt’altro che spregevole. In generale è un regista piuttosto abile.
E’ un buon film se si riesce a considerarlo diversamente da un remake di quello di Tarkovskij: visto come qualcosa a sé è un film inquietante anche se non in modo disperato, è un melodramma moderno, modaiolo che però non cede a eccessive frivolezze, a suo modo conturbante.
Vi è raffigurata l’ossessione per il passato e per la sua unicità, i dubbi sull’arbitrio, sulla supposta capacità di non reiterarsi sempre manchevoli, sempre imperfetti, colpevoli se solo ci fosse dato tornare indietro a ritoccare quell’atto che abbiamo sciupato, che ci ha perduto. C’è qualcosa di filosofico anche in questo e lo posso dire con cognizione di causa data l’estrema facilità con cui mi attribuisco errori – attribuisco valore di irreparabilità ad errori che effettivamente compio.
Ma la “solaristica” nel film di Tarkovskij poneva degli interrogativi speculativi di tutt’altro genere.
Solaris è una sostanza pensante che in sintesi cattura l’immagine che l’uomo ha di se stesso. Un inquietante oceano di nebbie ricopre l’insondabile superficie del pianeta e restituisce misteriose materializzazioni dei trascorsi umani: l’impossibilità di capirne la vera natura dà luogo alle discussioni che svelano il tema cardinale del film, ossia l’atteggiamento scientifico ed etico da assumere nei confronti di ciò che ci è ignoto.
- La scelta sarà fra rinunciare a studiare o bombardare
- Vorrebbe distruggere quel che per ora non siamo in grado di comprendere?
Tarkovskij riteneva che ci fosse progresso solo se confortato dall’esperienza, dalla storia – memoria dei propri errori - dalla coscienza: non c’è progresso se non ci si cura dell’altro, se non si cerca di comprendere, se non ci si pongono domande.
- Creando dei limiti alla conoscenza colpiamo l’idea stessa della mancanza di limiti del pensiero
[…] - Non sono fautore di conoscenza a tutti i costi, la conoscenza è autentica solo quando sostenuta dalla morale.
Io penso ad Huxley. “Che gli uomini non imparino molto dalle lezioni della storia è la più importante delle lezioni”
A un certo punto del film di Tarkovskij, Kris dice qualcosa come (perdonate, ho una versione straniera): “Per conservare le semplici verità umane ci vogliono i misteri; il mistero della felicità, della morte, dell’amore: pensare a questo è come conoscere il giorno della propria morte.[…] E l’impossibilità di sapere questa data ci rende praticamente immortali”.
Non è un dunque richiamo “filologico” prezioso da parte di Soderbergh - in un primo momento sembra solo una superflua chiccheria - la citazione del verso di Dylan Thomas “And death shall have no dominion”?
(Kris guarda dalla finestra il padre riassettare dei libri, nonchalant della pioggia che cola dentro casa e su tutte le cose e successivamente si inginocchia al suo cospetto, affranto, con Bach in sottofondo che amplifica un’ansia metafisica quasi insostenibile – magnetico e indecifrabile, l’oceano di nebbie che lambisce un’isola, il desiderio, il rimpianto, il pensiero)
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06:19
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martedì, aprile 22, 2003
Ma Lawrence Kasdan è il regista de "Il grande freddo"?
Siamo andati a vedere "L'acchiappasogni" in completa incoscienza, pensando che dopotutto da idee di Stephen King qualche film notevole era stato tratto (e poi l'alternativa in zona era ancor meno rassicurante)...
Qualcuno ha scritto 'degli alieni devono essersi impossessati dei corpi di Kasdan e di Goldwin" e il problema è che visto l'ampio utilizzo di episodi
espulsivi del film, forse non abbiamo nessun desiderio che ne fuoriescano :)
E comunque: SSDD
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03:34
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mercoledì, aprile 16, 2003
bah comunque sono quasi offesa.
pur avendo questo template al limite del podofeticismo ancora nessuno ha trovato molto hype la grafica del mio blog...
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01:58
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lunedì, aprile 14, 2003
Su
BlogAge ho poco da dire. Per chi non era andato per ascoltare delle
blografie o
blog histories o ascoltare un'elaborazione comiziale un po' ca
fuffata della ormai storica polemica di Formenti (regole, regole, regole!), gli unici interventi non indisponenti potevano essere (come diceva
alfo) quelli di
b.georg - com'è che non lo leggevo quotidianamente? -
Mantellini, Matteo di
SkipIntro e
Granieri.
Molti hanno colto l'occasione per presentarsi, io ho conosciuto finalmente
una persona e sono contenta (per quanto fossi tremendamente impacciata) così.
Blog Club. Sto infrangendo la prima regola del mio blog, cioè "non parlare mai del blog", quindi mi fermo immediatamente.
Stavo meditando di promulgare anche la regola "non parlare mai di me stessa", per rendere il blog più interessante, ma sarebbe censura bella e buona (e in
questi giorni pare sarebbe poco elegante, dato che oltre che
anti- vengo spesso accusata di essere
vetero-).
Scusate il cinismo ma sono abbattuta. Anzi, sull'onda di questa rinnovata libertà che mi concedo, dirò che questa campagna contro la - mia - onicofagia è decisamente poco sana: fumo di più e ho cominciato a mordermi il labbro.
Se prima mangiavo le parole, insomma, adesso la parola finirò per rimangiarla. Bah, quel che è sicuro è che purtroppo non mangio la foglia.
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03:42
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venerdì, aprile 11, 2003
GAGmatica o dell'Instant-Joke
Più puntuale del libro strenna di Bruno Vespa sulle vicende di Palazzo, più contingente di un libro sulla degenerazione del rapporto genitore-figlio all'indomani del dramma di Novi Ligure...approda nella mia mailbox la catena di Sant'antonio sul terremoto. Come dire: "vedi Zelig e poi muori"...
TG 3
Piccola scossa di terremoto avvertita nei locali di Milanofiori in assago..
Dopo momenti di smarrimento, tutti i dipendenti delle aziende hanno ripreso il lavoro.
TG 5
Poteva essere un disastro ...
Una scossa, probabilmente del 9 grado della scala Mercalli, ha fatto tremare per circa un'ora gli uffici di Assago, Rozzano, Opera...
I vigili del fuoco sono intervenuti a spostare le macerie che, fortunatamente, non hanno ferito gli impiegati.
TG 4
ATTENTATO .... Si tratta di attentato
Un gigantesco cratere si è aperto in prossimità di Milanofiori in Assago provocando una carneficina tra gli impiegati delle aziende situate in loco..
L'epicentro, probabilmente verificatosi in Emilia Romagna quindi di stampo COMUNISTA.. si è spostato ad Arcore sotto la residenza del nostro presidente del consiglio Dott. Silvio Berlusconi che prontamente, dopo aver ricordato essere stato anche lui un terremoto si è librato nel cielo salvandosi.
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06:08
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ma l'avete sentita anche voi una scossa di terremoto, o ho la pressione più bassa del solito??
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02:31
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martedì, aprile 08, 2003
Il
PAC di Milano ha scelto di inaugurare l'anno espositivo con una mostra su Chen Zhen, artista di Shangai che per spiegare la genesi delle sue opere e il suo modo di vivere, amava utilizzare il termine 'transesperienza' (siete ignobili se immaginate escursioni new age dello spirito, stadi pseudomistici o esperimenti
metasessuali), perchè il termine concentrava in sé la sperimentazione pluralista e la fluida stratificazione di conoscenze accumulate in anni di viaggi, di progetti, di ricerca, di malattia.
I rottami abbandonati reincarnati in oggetti preziosi (e adesso che sto leggendo su
Observatory Mansions i vari lotti della collezione di Francis Orme, sto vivendo una transesperienza), l’acqua ad arginare l’ossessione del tempo, l’interno del corpo umano come oggetto estetico (niente di splatter, puro cristallo) sono
materia corretta spiritualmente da una vissuta mescolanza di Oriente e Occidente; ne ha registrato passaggi, condivisioni, tributi e ne ha puntualizzato, senza considerarli inconciliabili, i contrasti - la cui inconciliabilità è invece spesso assunta come alibi dalla politica internazionale.
E infatti una delle sue opere più famose,
“Tavola Rotonda”, è quasi un biasimo rassegnato all’imperizia etica della diplomazia: due enormi tavoli incastrati su cui varie sedie provenienti dai vari continenti sono montate in modo che non sia possibile sedersi e nel centro, dei caratterici cinesi dicono “Eterno Malinteso”.
Sempre attuale, nella sua semplicità.
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05:44
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venerdì, aprile 04, 2003
Sono atea tendente mistica. E bovaryste.
Continuo a leggere su
Internazionale l'oroscopo di Brezsny, è l'unico vizio astrologico a cui non so rinunciare. Qualche tempo fa l'argomento era
"la domanda a cui vorremmo aver risposta prima di morire a 100 anni"; nello specifico, per il mio segno, quale fosse il luogo da considerare veramente "casa".
Tout y parlerait
à l'âme en secret
sa douce langue natale
E' effettivamente una delle domande che mi assillano: sono sempre stata tiranneggiata da uno spaesamento radicale, per niente accidentale, imperituro, un desiderio (il tentativo no, c'è il
copirait) di fuga tenace insopprimibile, tanto più bastardo in quanto considerato solitamente non legittimo.
Spesso penso che l'unico luogo sacro sia la memoria.
In un frammento (bè) di "
Autostop per l'Himalaya" Vikram Seth annotava qualcosa tipo
a volte mi chiedevo se viaggiavo per alimentare future nostalgie (sintesi blasfema, ma meglio che una storpiatura di fantasia), riferendosi al fatto che dopo aver tanto cercato il viaggio, ora sull'Himalaya lo commuoveva il pensiero della sua terra d'adozione mentre in altri momenti, lontano da Calcutta, sbocconcellava dolcetti bengalesi languendo di malinconia.
E' un concetto che raccoglie la folla di disinganni a cui mi sono votata attribuendo doti salvifiche ad alcune mete che una volta guadagnate smascheravano puntualmente le mie ingenue figurazioni. Eppure anche i luoghi al momento malsopportati, disattendenti, hanno poi acquisito un valore incorruttibile, hanno redento il passato preservandone la caotica incoerenza (che letta al passato, acquista valore - distanzia l'esperienza monocorde).
Con "casa" si intende il posto in cui ci si sente bene, si sente che si può essere salvati
non si sa da cosa, perchè alle volte se ne intuisce semplicemente la necessità, senza aver piena coscienza. Non è la propria casa in senso stretto: c'è stato un tempo in cui mi trovavo spesso a piangere esistenzialmente disperata sopra il lavandino cercando di lavarmi la faccia (è un patetico palliativo del cambio di connotati), mormorando meccanicamente 'voglio andare a casa', fino allo sfinimento, fino a rendermi conto, come un'epifania, che a casa tecnicamente c'ero già e di conseguenza collassare.
Là, tout n'est qu'ordre et beauté,
Luxe, calme et volupté
Alcuni posti in cui mi sono sentita a casa/1
- la scogliera di Mulinetti, vicino Recco
- la cattedrale di Poitiers, in una vacanza-studio da incubo
- il pont des arts, Parigi, una sera d'agosto, accoccolata a terra ad ascoltare suonatori inventati
- coimbra, il fado in piazza/mercado da ribeira, lisbona
- micene, tutti i secoli
- l'affollata station-wagon di un amico,seduta sul seggiolino del figlio, un'alba in ottobre in un porto industriale
- venezia, persa fra le calli meno conosciute, fra panni stesi e lenzuola a rinfrescare
- una barca di notte, acqua, buio, stupore (e tremori)
- gorizia, una casa "crepuscolare"
- sulla statale per lucca, il cielo plumbeo e Rimmel nell’autoradio
La nuova vita della signora Brown
Un giorno lessi un libro e la mia vita cambiò. [...] Sedevo al tavolo e un angolo della mia mente ne era conscio, sfogliavo le pagine e mentre tutta la mia vita cambiava leggevo nuove parole e nuove pagine.
Dopo un po' mi sentii talmente impreparato e indifeso di fronte alle cose che mi sarebbero capitate che, istintivamente, allontanai per un attimo il viso dalle pagine come a volermi proteggere dalla forza che emanavano. E allora, spaventato, mi resi conto che il mondo che mi circondava era completamente cambiato e provai una sensazione di solitudine mai sperimentato prima.
Era come se fossi rimasto completamente solo in un paese di cui ignoravo la lingua, le usanze e la geografia. [...]
Ho visto il film “The Hours” un paio di settimane fa: non voglio darne un commento critico (non potrei), dico solo che mi è piaciuto, anche se non quanto m’aspettavo.
Adesso ho finito di leggere il libro di Cunningham: è vero, probabilmente non aggiunge molto a “Mrs Dalloway”; ne è semmai un’emanazione, ma un’emanazione commossa e commovente; quel che mi dispiace è averlo letto dopo aver visto il film, perché con tutta la buona volontà non mi è stato possibile accantonarne totalmente l’impronta.
Eppure, se delle tre storie narrate parallelamente nel film la meno convincente mi era sembrata quella di Julianne Moore (ma so di non avere una gran simpatia per l’attrice, per quanto magistrale), ho vissuto il romanzo in maniera leggermente differente.
Le tre storie in sostanza raccontano la medesima esperienza e sono legate da un’intima affinità con “Mrs Dalloway”, ma la stessa Virginia e la newyorkese Clarissa hanno forse dei tratti così specifici (la scrittura, il genio, un rapporto e un giorno che sembrano aver significato da soli un’esistenza) che rendono meno automatica l’identificazione.
E la signora Brown? La signora Brown
dovrebbe essere felice. La signora Brown va in crisi per fare piccole cose che potrebbero essere perfette, non riesce a gestire l’affetto del figlio, è irritata dalla condiscendenza del marito verso le sue mancanze, dalla lievità che le è richiesta, è sconcertata dalla “certezza” del suo futuro…
<>Mi misi a leggere il libro. Lo lessi con rispetto, arrendendomi a lui e supplicandolo di portarmi via da questo mondo. Davanti a me apparvero paesi nuovi, persone nuove, immagini nuove [...]
*In blu “L’invitation au voyage” di Baudelaire. I brani da “La nuova vita” di Orhan Pamuk
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02:42
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martedì, aprile 01, 2003
E' che dopo aver visto il
pesce d'aprile di
Personalità Confusa,
Gonio e
Spiritum (più
Selvaggia Lucarelli - as a gUEst-writer), qualsiasi altro scherzo sapeva di poco.
Comunque su
questa pagina si poteva trovare il pesce d'aprile che la "nostra guida a centinaia di siti" si era premurata di congegnare.
Tutto sommato innocuo. Quando sulla pagina ci sono arrivata io, il banner pubblicitario posto sopra il titolo era della U.S. Army, che a quanto pare mi VOLEVA - almeno non puntava il dito raggrinzito - ma son fatalità randomiche.
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13:51
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credo d'aver sbagliato così tante volte il modo di approcciarmi a persone o a cose che dovrò
ricominciare il giro... non è che gira e rigira consumerò le combinazioni e finirò per soffrire di complesso edipico VERSO mio figlio (se/quando)?
D'altra parte sono sempre stata precoce in una buona varietà di sindromi: per esempio, soffrivo di sindrome di Peter Pan GIA' da bambina.
p.s. : potrebbe essere interessante procedere a fantadiagnosi o fantasintomi per la patologia vaneggiata
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02:59
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