martedì, marzo 18, 2003

Per chi non si trova a suo agio con i viaggi organizzati, la scelta di una guida turistica è una faccenda delicata. Anzi, per chi come me si trova talmente poco a suo agio con i viaggi organizzati da non voler, appunto, organizzare niente a parte il volo (o quel che è), è decisamente una scelta pregiudicante.
Per quanto mi riguarda non nascondo di avere per le Lonely Planet una predilezione irrazionale almeno quanto l'imprescindibile antipatia per la Routard; temo che in parte sia una questione estetica e questo mi fa sentire colpevolmente frivola, ma ad ogni modo sfogliarle anche solo oziosamente m'ha sempre infuso una corroborante bramosia d'altrove.
Per questo motivo c'è chi, conoscendo le mie aspirazioni da globetrotter, in parte cerca di incoraggiarle e in parte di ridimensionarle (specie se poi vaneggio di una sua partecipazione): ricevo così in regalo guide di luoghi inaccessibili per le mie finanze mettitelo nella zucca, su cui per il momento mi limito a sbavare.
Ma altre guide sono state complici di un viaggio reale: consumatissime, fidate quotidianamente infilate ed estratte dallo zaino innumerevoli volte, consultate per strada, sul treno sull'autobus per deliberare sull'immediato futuro o confermare quanto appena vissuto.
Impossibile non fare oggetto di devozione simili strumenti.
Per esempio la guida di Madrid consigliava una tappa obbligata per tutti i bibliofili: il Museo del Libro, annesso alla Biblioteca Nacional, un'esperienza veramente gratificante. All'epoca della nostra visita il museo era vuoto, o meglio, con noi c'era solo la guardia che era scesa ad aprircene le porte, le sale erano tinteggiate di scuro e illuminate fiocamente, gli antichi volumi e le miniature rilucevano. Io naturalmente ho perso una buona quantità di tempo, incantata, nella sala dedicata alla scrittura ma c'erano anche dei box con touch screen da cui si poteva scegliere fra brevi deliziosi documentari ologrammati: ed essendo gli unici visitatori, ci siamo seduti sulla moquette e ce li siamo visti tutti. La luce scarsa, il silenzio e il fascino delle pagine (di manoscritti arabi, Torah, Libri delle Ore) celate dietro quelle esposte suggerivano l'amorevole protezione del sapere come misterioso, rassicurante balsamo.
Impossibile poi non fare oggetto di vera e propria venerazione la guida quando ci si trova in uno strettissimo rapporto di empatia con il giornalista redattore:

"Una delle caratteristiche più appariscenti di Madrid è la mancanza di un corso d'acqua che sia percepibile come tale. Infatti il Río Manzanares, un patetico rigagnolo dalla portata scarsissima, non attraversa il centro della città come il Tamigi, la Senna o il Tevere e la maggior parte dei visitatori lascia Madrid senza sapere che nella capitale spagnola scorre un fiume."

Patetico rigagnolo??
Vi amo. Dobbiamo assolutamente andare ad assicurarci della veridicità dell'affermazione. Almeno per confermare il cattivo gusto geografico di Manzoni, che usa il Manzanarre ne "Il 5 maggio" come metaforico, epico finis. In fin dei conti Goya vi si affacciava dalla Quinta del Sordo, e sappiamo tutti che i suoi ultimi giorni non furono certo contraddistinti da lucidità mentale.

A proposito, cercando su Google "Manzanarre":

... Giovanna: gran camminatrice, esperta delle montagne tra in Manzanarre e il Reno
(qualcuno mi dice dove si trova in Manzanarre??), mega-capo-progetto in una ..
www.bicio.info/montagna/monte_bianco_racconto.htm - 19k - Copia cache - Pagine simili

... In qualsiasi città del mondo, da New York a Pechino, dalle Alpi alle Piramidi, dal
Manzanarre al Reno (ma dove è il Manzanarre, maledizione?!), uno trova una ...
www.giampierorselli.it/MODA.htm - 45k - 16 Mar 2003 - Copia cache - Pagine simili

Nella Lonely Planet dell'India del Nord si trovano invece considerazioni incoraggianti se non altro perchè vi si promettono dei gloriosi réportages:
"Probabilmente svilupperete un rapporto molto stretto coi bagni indiani, specialmente se vi capiterà (ma senza dubbio vi capiterà) di soffrire di problemi intestinali. Dopo il vostro ritorno a casa, vi potreste ritrovare a cena con gli amici a raccontare le vostre avventure nei bagni indiani (immagine deliziosa!) per settimane".

Infine, per analogia, mi viene in mente un viaggio in cui non disponevo dell'amata guida: a Parigi, les egoûts - le fogne - che erano incluse nelle visite della carte musées, mi ponevano il problema d'essere pronta per un'esperienza singolare, non avendo messo in valigia stivaloni da pesca e spray rattifugo ed essendo anni che non rileggevo i libri-gioco con Indiana Jones. Si rivelarono una castrazione per il mio spirito avventuroso, un umido supplizio di cartelloni monografici su "I Miserabili" di Victor Hugo.
Ma più che altro, erano evidentemente più pulite dell'appartamento che ci ospitava. E questo guastò irrimediabilmente il mio appetito.





posted by frammento at 03:51  0 commenti