mercoledì, ottobre 23, 2002

corrispondenze/1

per tutte le
stagioni


* I (HAROLD BUDD/BRIAN
ENO - 'A STREAM WITH BRIGHT FISH')
in uno specchio, la perplessità di un sorriso


* II (HAROLD BUDD/BRIAN ENO - 'THE PEARL')
un origami, un cigno con le ali spiegate (piegate in una posa di carta) pronte a volare, che non volano mai
Adesso tutto è silenzio oscurità e attesa,
io ritaglio, sfrondo, recido.
Un triplice composto movimento del tagliare
dedicato al passato molto prossimo e mai passato
disegna sospese iconografie ad uso del presente:
origami costruiti con pagine gonfie di memoria
sbavata con lacrime di inchiostro,
nero di pupilla, nero di notte, nero di caffè.
* III (MICHAEL NYMAN - WATER DANCES(I): STROKING)
in una grotta, il mondo che ingoia se stesso, si interpreta e si perpetua in forme di ghiaccio in lenta, eterna mutevolezza, senza ombra
Sento la curva imperfetta delle gambe piegate
nascoste nell'angolo buio del balcone.
è casa è notte è semiveglia di calura; scambio
la mia materialità per un notturno di garofani enormi, giganti che ingombrano la vista,
strozzano l'urlo della città in un imbuto:
un filtro di tenebre dalle pareti di porpora
che ingoia nomi e forme e battezza d'irrealtà.
* IV (MICHAEL NYMAN - WATER DANCES(III): SYNCRONISING)
una frase ricevuta in regalo, affidata alla carta di una bustina di zucchero per lenire la sua amarezza involontaria
Su questa strada il tempo incede indolente;
un insolito scirocco screzia l'aria di fuoco,
tiepide folate alzano mulinelli di foglie
dal docile mare che crepita al mio passo:
è improvvisamente semplice frantumare la materia
delle cose in un mosaico di brezza e colore,
i cui eterei tasselli, ruvidi di stupore,
creano un'immagine languida d'abbandono.
* V (MICHAEL NYMAN - WATER DANCES(II): GLIDING)
in una pozzanghera, curva, fango e scintille di luce nell'aria tagliente dopo la pioggia invernale
Il buio prende vantaggio quotidiano sul giorno,
una collana d'ore s'illumina dell'artificio
di luci accese delle case e dei lampioni.
Parole e persone emergono dalla foschia algida
come da un sonno inquieto senza sogni;
solo nel peso trovano la conferma d'essere:
dicembre è un monumento fragile
alla volubilità scolpito nella nebbia.



posted by frammento at 01:19  0 commenti