venerdì, luglio 19, 2002


Aspettavo la cornice sottile laccata nera per i colori morbidi della sinuosa pipa di Magritte, e ora che c'è, è stata subito appesa.
Mi avvicino, la luce scivola sul vetro e vedo la lucentezza del mio riflesso non perturbato da impronte o opacità: sono e non sono io - trovandomi sempre diversa da ciò che si vede di me la mia immagine la concepisco solo se vaga, coperta d'un velo d'oscurità o di polvere del tempo.
Il disegno è semplice e caldo e ha una didascalia che a volte leggo come una sorta di monito scherzoso e a volte come una constatazione perplessa: ceci n'est pas une pipe, questa non è una pipa.
Ovviamente la genialità sta proprio nella didascalia; a dire il vero tutti quelli che entrano nella stanza dicono 'bello quel quadro!! e cos'è che c'è scritto sotto?', quindi dev'essere esteticamente soddisfacente anche solo il disegno in sé, ma pipa e didascalia vanno viste come fossero tutt'uno, dato che ciascuna nega e giustifica l'altra.
Cosa deridono e cosa annientano? le evidenze 'de facto', le definizioni risolutive, la possibilità di conoscere.
Datemi una pipa per fumar via la realtà.

Due 'mi ricordo':

1) io e una mia amica da bambine ci scrivevamo delle lettere, di cui spesso decoravamo anche le buste; ne ho una in cui in un riquadro aveva scritto 'sono a londra' e più in basso 'non è vero', tutte e due ben in evidenza: Surrealismo puro (il movimento non ci ha avute solo per mere questioni anagrafiche)

2) un romanzo di Emmanuel Carrère, dal titolo 'Baffi'. Non è nè un manuale per barbieri, nè la malatraduzione di un serial vampirkiller(*) - ma è comunque un libro singolare.
L'attacco è quasi umoristico. Il protagonista è in bagno, si taglia i baffi che porta da tempo immemorabile e pregusta l'effetto che la sua trasformazione produrrà. esce dal bagno e la sua coscienza di sè vacilla (potrei dirlo di tante persone, n.d.a.): la compagna non nota niente, anzi alle sue proteste, incredula, risponde che lui non ha *mai* portato i baffi. Stessa reazione i suoi amici. E' un crescendo di angoscia ("e non vi dico il finale"), lui sa di non essere pazzo, i baffi li ha sempre portati...ma che senso avrebbe una congiura simile? E' la realtà che si disgrega? Questi sono i miei baffi. Questi non sono baffi.Che si frantuma? Ognuno ha il suo coccio e ogni coccio è tagliente

(*) a proposito, ho sentito dire stasera che Berlusconi odia l'aglio. ma va'.



posted by frammento at 15:33  0 commenti